Leggendo i dati del rapporto Istat 2014,dati, sembra di precipitare nel vortice di un “ritorno al passato”. Dati che confliggono abbondantemente con le risoluzioni prospettate sulla carta patinata ispirata dalla troika europea che ,a costo di sembrare impopolare, risulta la vera vincitrice delle elezioni europee.
Nessuna polemica gratuita, riconosco la straripante vittoria “della speranza”, ed auspico una smentita sul campo dei miei dubbi irrisolti, tuttavia i dati da cui partire sono piuttosto inquietanti. E derivano soprattutto dalle politiche di stampo rigorista degli ultimi vent’anni. Che ripeto, al netto degli entusiasmi del momento, non sono state affatto messe in discussione dal quadro emerso dal voto europeo.Il contesto dal quale partire, il Paese reale è fotografato con dovizia di particolari dall’ultimo rapporto ISTAT. Una veloce analisi dei datii ci consegna numeri pesanti che parlano di uomini e donne di questo Paese in grandissima difficoltà. Sono 3 milioni le famiglie italiane dove nessuno lavora. Quasi un milione di persone hanno perso il posto di lavoro negli ultimi cinque anni. Otto famiglie su cento vivono in assoluta povertà ,ed appare inutile sottolineare che il Meridione, dove le condizioni risultano davvero drammatiche, moltiplica questi dati. In generale cala la spesa per consumi. Le famiglie diminuiscono la propensione al risparmio e si indebitano persino per le spese alimentari.Tornano le “librette” su cui segnare , come ai vecchi tempi, pasta, zucchero e caffè da pagare “appena possibile”. Diminuite anche le spese sanitarie, dove peraltro aumenta il peso del privato sul pubblico(un quasi 2%).Per paradosso(questo a memoria delle insulse xenofobie di casa nostra)mentre diminuiscono gli ingressi degli stranieri in Italia, alcuni preferiscono andarsene altrove, ripartono i nostri giovani. Tutto questo accade in una nazione dove si evadono allegramente ben 100 miliardi di euro annui.Dove le dieci persone piu’ ricche del Paese,detengono piu’ beni liquidi ed immobili di 500 mila famiglie operaie messe assieme. Al netto delle scorribande televisive dove si discute del nulla, tanto utili per catturare consenso elettorale, restano questi dati concreti a smentire clamorosamente la telenovela “che anche i ricchi piangono”! Qui a piangere sono sempre i soliti!
Angelo Broccolo Assemblea nazionale SEL