Probabilmente saremo prevenuti, però , per l’ennesima volta non capiamo le scelte che l’amministrazione comunale coriglianese promuove o cerca di promuovere. L’idea che, nel nostro comune, possa essere introdotta la “tassa di soggiorno”, ci lascia perplessi. Lo scopo di questa tassa sarebbe quello di far “pagare” alcuni servizi che il comune ospitante offre ai suoi turisti…Proporla proprio durante una fase in cui, Schiavonea, corre il rischio di divenire ricettacolo di tutti i rifiuti della provincia di Cosenza, ci sembra una scelta quantomeno singolare.
Ed allora come non dare ragione agli operatori turistici che si sono chiesti, anche a mezzo stampa, quali sono i servizi che il nostro comune garantisce? Come non essere d’accordo con chi sostiene che, proprio per la possibile presenza di ingenti quantità di rifiuti nel nostro porto, questa rischia d’essere la fine del turismo nel nostro comune?
Oltretutto, introdurre questa tassa nel mese di febbraio, non terrebbe conto dei contratti già messi in essere dagli operatori turistici con i tour operator. Questi costi andrebbero a gravare tutti su chi cerca, tra mille difficoltà, di creare ancora lavoro nella nostra terra.
Piccoli e grandi strutture ricettive, si troverebbero a dover affrontare una spesa non preventivata, la cui destinazione d’uso è tutta da discutere in quanto, per legge, dovrebbe essere dirottata al patrimonio artistico della nostra città e che, quindi, non pensiamo possa andare a soddisfare la fornitura ne di servizi ne di manutenzione, per esempio, stradale.
La vocazione turistica della nostra città verrebbe messa definitivamente al tappeto da scelte che sono totalmente inopportune.
L’amministrazione comunale e l’assessore Ceo, che pure abbiamo apprezzato nel suo tentativo di promozione della nostra città, rivedano questa decisione se mai fosse stata presa. Se, al contrario, dovesse essere solo in fase embrionale, convochino nuovamente gli operatori del settore e ragionino in maniera più ampia su cosa è il turismo coriglianese. Un turismo privo di infrastrutture, privo di sovvenzioni, depredato dei suoi luoghi più sacri e resi inaccessibili dall’incuria umana (Scavi di Sibari), a forte rischio inquinamento. Questo settore, che poteva essere il traino di tutta l’economia della piana, si è visto sbattere in faccia, nel corso degli anni, di tutto: una centrale elettrica che si vorrebbe riconvertire a carbone, una zona industriale a ridosso delle sue spiagge più caratteristiche, una rete di depurazione che, tra promesse e progetti, ancora non da segni di vita e ci ha fatto inserire tra i siti a rischio la scorsa estate.
Parlare di turismo a Corigliano avrebbe un senso se, l’amministrazione, stimolasse la promozione attraverso la BIT di Milano o fiere del settore; avrebbe un senso se, per lo meno, s’impegnasse ad assicurare collegamenti con gli aeroporti di Crotone, Lamezia Terme ovvero con gli scali pugliesi; avrebbe senso se ci fosse una promozione forte del patrimonio artistico e storico del nostro centro storico e delle contrade. Ed invece quello che viene dato è il nulla.
Affrontare questa situazione in un momento di crisi è difficilissimo. Affrontarla con una amministrazione che diventa succube silente della politica reggina diventa impresa titanica. Aggiungervi una tassa che sa tanto di presa in giro rischia di far tracimare il vaso che è già ampiamente colmo.
Alberto Laise segreteria provinciale SEL Cosenza