La vicenda riguardante l’assistenza fisica scolastica sta assumendo caratteri estremamente preoccupanti. Da un lato i ragazzi e le famiglie che hanno diritto all’assistenza, garantita dalla legge e dal buonsenso, dall’altro i lavoratori che da anni, con puntualità e ben oltre il loro mandato contrattuale svolgono il servizio. Al centro l’amministrazione comunale e le istituzioni politiche che avrebbero dovuto garantire il servizio.
Sappiamo per certo che fin da Maggio, ai commissari prefettizi era stata prospettata la situazione che, poi, si andava puntualmente a realizzare nel mese di ottobre.La stessa situazione è stata puntualmente prospettata anche all’assessore appena insediato ed al Sindaco Geraci. Vi era, ma questo è il leit motiv di tutta la breve vita dell’attuale amministrazione, tutto il tempo per intervenire e produrre gli atti necessari per sopperire al disagio (proroga del servizio o altro) ed invece si è rimasti pietrificati arrivando alla perdita del servizio. Ora, nonostante alcune rassicurazioni, estremamente labili a dire il vero, dell’ente regionale, si decide di indire una specie di gara del volontariato che non da alcuna garanzia qualitativa del servizio.
Poche cose sono chiare in questa vicenda. La prima cosa da chiarire è il motivo per cui le rassicurazioni regionali, in un primo tempo ritenute sufficienti dall’assessore Chiurco per la ripresa del servizio, ora diventano insufficienti? La seconda è il perchè non si è intervenuti per tempo nella tutela dei ragazzi? Si sappia che questo tipo di servizio è ritenuto “servizio essenziale” e quindi meritevole di una tutela speciale e superiore, ad esempio, a quella di asili nido o intitolazioni di piazze…invece l’amministrazione comunale ha preferito utilizzare i fondi residui per questi altri servizi. Riteniamo giusto, a questo punto, che le famiglie si rivolgano ai giudici per veder tutelati i propri diritti.
E non si sostenga che il ritardo è imputabile alle difficoltà di cassa. Se si andassero a sommare le spettanze liquidate ad alcuni professionisti, alcuni di questi molto vicini all’ente, oppure le spese per alcune manifestazioni “coreografiche”, l’intitolazione in pompa magna del Quadrato Compagna a Salvo D’Acquisto – siamo certi che l’eroe avrebbe gradito festeggiamenti più sobri e il servizio garantito ai ragazzi – avremmo potuto garantire la continuità del servizio.
Questo, è bene chiarirlo, non è e non può essere un disservizio imputabile ai servizi sociali del nostro comune, poichè, come detto in precedenza, le giuste e motivate segnalazioni sono state fatte per tempo, ma è tutta farina del sacco di una amministrazione che, ancora una volta, sembra non essere in grado d’affrontare, non le emergenze, ma l’ordinario susseguirsi della vita del nostro comune.
Che ci sia stata volontà politica o incompetenza nell’affrontare questa situazione è cosa da accertare. Quello che rimane è l’ennesimo schiaffo dato alla parte più debole della nostra città.
Ci auguriamo che si riesca ad assicurare la ripresa del servizio e, al tempo stesso, garantire agli operatori della cooperativa Sinergie, in gran parte donne, la ripresa del loro lavoro. Il solo pensare di poter affidare al volontariato un servizio così delicato – qualcuno potrebbe spiegare all’assessore quanto è importante la continuità del servizio, tra operatore ed assistito, nel percorso di crescita verso il raggiungimento dell’autonomia da parte di ogni singolo ragazzo? – è cosa fuori dal mondo. Il servizio di cui stiamo parlando non è un qualcosa di fumoso ed improvvisato, non è qualcoso che la carità cristiana concede a chi è più sfortunato. Parliamo di diritti garantiti dalla Costituzione e parliamo della vita anche di uomini e donne che, per quattro maledetti soldi, hanno per anni parato il “culo” anche alle scuole che, anche questo va ricordato, avrebbero dovuto avere al loro interno personale formato che avrebbe dovuto affiancare gli operatori. Ora questi lavoratori non possono essere gettati e sostituiti con altri, forse, politicamente più comodi.
Alberto Laise SEL Corigliano Calabro