Sono quasi tutti di giovane età, ma soprattutto lo sono nello spirito prim’ancora che dal punto di vista anagrafico. Operatori commerciali, esercenti già navigati o alla prima autonoma esperienza del genere, imprenditori: in ogni caso e a buon titolo, cittadini che hanno deciso d’investire tempo, denaro, energie in attività dislocate lungo via Nazionale, la più importante area di Corigliano Scalo che negli anni ha visto gradualmente svilire la sua centralità di luogo “animato” e dedicato alla condivisione di alcuni momenti della giornata.
Oggi, difatti, grazie ad una sana e corretta concorrenza tra gli attori in campo, divenuta fonte d’intraprendenza e laboriosità alla quale guardare con rispetto e ammirazione, la predetta arteria stradale, e in particolare il tratto ove insiste la cosiddetta “Piazza Salotto”, è destinata gradualmente a recuperare il suo ruolo di significativa importanza, fucina delle attività produttive e, soprattutto, della socialità o aggregazione come dir si voglia. Il “miracolo” di tornare vivere via Nazionale, o anche solo di limitarsi alla visione di centinaia di ragazze e ragazzi nelle ore pomeridiane e serali, e non solo nei weekend, è già nei fatti avvenuto.
La prima decade del corrente settembre è tradizionalmente riservata al rientro delle famiglie dalle vacanze al mare, in concomitanza con l’avvento di nuove sfide e di storie da raccontare, stagione dei buoni propositi da portare avanti con rinsaldato vigore. Tale “rinascita” è sotto gli occhi dei più e denota l’impegno e il coraggio di operatori commerciali animati da competenza e passione: dall’“Eat Rock Cafè” della grande famiglia Aversente alla “Cremeria Ariston” del determinato Giuseppe Antonio Cofone, dalla “storica” pizzeria del maestro Daniele Campana e della sua famiglia all’“Old Square-Alfieri” dell’affiatato trio Caroli-Campolo-Toscano, dalla novità targata “Sanizzo” dei giovani Marcello Sassone e Carmela Pulice alla nuova pizzeria “Trecentogradi” della famiglia Plastina e del maestro Fontana: tutto nel giro di pochi metri, senza dimenticare, più avanti, l’altrettanto “storico” Poldo della famiglia Sposato. Ognuno con proprie peculiarità, ciascuno con proposte gastronomiche differenti per palati d’ogni esigenza, ma accomunati dal duro lavoro e dalla volontà di credere, oggi come ieri e domani ancor di più, nel luogo epicentro dello Scalo coriglianese.
Non è forse sbagliato, dunque, utilizzare la definizione di “Strada dei Saperi e dei Sapori”, poiché ogni ricetta ha una sua storia da raccontare, ogni ingrediente un’origine, non di rado remota e affascinante. Un modo finalmente brioso e al passo coi tempi di favorire l’economia e l’occupazione nel segno del rinnovamento culturale, meritevole di essere pienamente sostenuto, con opportuni interventi e incentivi, dall’Amministrazione comunale e da tutte le altre preposte autorità.
Fabio Pistoia