Chiediamo al prof. Armando De Rosis di spiegarsi meglio, di essere più chiaro quando in una recente intervista su un quotidiano regionale a proposito della triste vicenda di Fabiana Luzzi risponde così: “L’abbraccio di Corigliano alla famiglia straziata dal dolore forse è il segno di una possibile svolta”. Quale è la svolta che lei si augura e che avvenga nella nostra città.
Vogliamo sperare che non si riferiva a quella svolta politica che un determinato schieramento politico della città compreso lei si augura. Se la nostra interpretazione è corretta, e speriamo non lo sia, sarebbe come sperare di sovvertire il responso elettorale, seppure parziale uscito dalle urne, facendo ricorso ad argomenti che meriterebbero ben altre e più profonde interpretazioni sia a livello sociologico che culturali e che la politica, la scuola, la televisione, la società e le famiglie in senso lato farebbero bene a domandarsi sulle proprie colpe.
La comunità coriglianese, seppure ricattata nell’esprimere il voto libero, per colpa della sua eccessiva sudditanza a determinate realtà produttive, a causa di una enorme crisi economica e dilagante carenza di lavoro, credo abbia ancora la forza, le capacità intellettive e la responsabilità di sapere comprendere quale sia la via migliore per dotare la città di un governo capace e di uomini credibili che finalmente affrontino quei problemi atavici che fino adesso nessuno schieramento politico ha ritenuto prioritari. Si eviti di imitare Grillo nel dare la colpa agli italiani o ai coriglianesi in questo caso quando non gli rinnovano la fiducia. Per carità divina lei può sollevare tutte le questioni di questo mondo per dare ossigeno al Pd, ma eviti la questione porto, farlo adesso vuol dire ritenere i coriglianesi degli smemorati, sperare che questo argomento assieme ad altri ribaltino il risultato del voto è utopia crederci. Prof. De Rosis il Pd per vincere deve ritornare tra la gente, indossi i panni della umiltà, bandisca dal suo dna l’arroganza e la presunzione di essere loro i migliori, riscopra il dialogo, il confronto,la solidarietà, la smetta di guardare il popolo o chi dissenta dall’alto in basso.
Lei sa meglio di noi quali sono i motivi del crollo del centro sinistra e di chi sono le colpe, sarebbe opportuno che facesse nomi e cognomi, si tolga una buona volta quei sassolini dalle scarpe e non beatifichi politici che non meritano la sua attenzione, tanto meno quello della città. Lei sa, anche fin troppo bene quali sono stati i comportamenti dell’intera opposizione dopo lo scandalo Santa Tecla: mancanza di una strategia unitaria, bravi solo a recarsi presso uno studio notarile come atto simbolico per consegnare le proprie dimissioni, se le intenzioni erano quelle di dimettersi seriamente, bastava recarsi presso l’ufficio protocollo del comune come ha fatto il consigliere comunale Campolo e la vicenda crediamo forse avrebbe preso un’altra piega.
Lei non sa ”forse non era invitato alle riunioni o forse distratto o non presente ai comizi” che fu lo stesso candidato a sindaco del centro sinistra a dichiarare che non avrebbe parlato dello scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa, poiché era sua ferma intenzione dare una impronta nuova alla sua campagna elettorale e crediamo abbia fatto cosa meritevole al contrario di quello che lei pensa. Prof. De Rosis, lei è convinto che riprendere al ballottaggio la questione Santa Tecla o altri temi possa dare al Pd quella forza necessaria in termini di consensi elettorali per rimontare quel divario che lei stesso definisce rilevante? Lei pensa veramente che circa 6 mila voti di scarto possano ritornare a favore del Pd? Lei giustamente riprende il tema che riguarda il condizionamento del voto, dovrebbe sapere però che seppure in forme completamente opposte ma che rasentano comunque la legalità, in tutti i partiti e liste e il Pd non fa eccezione erano presenti candidati che hanno fatto ricorso a questa metodologia, se vuole le prove, siamo in grado di fornirgliene. Poi in merito al presunto accordo Giovani Dima – Geraci si ricordi che in politica da che mondo e mondo, gli accordi siano essi sotto banco che alla luce del sole pur di vincere ci sono sempre stati e lo fanno tutti pur di assicurarsi la vittoria, i partiti tutti non badano né al colore del voto né se questo puzza né vanno a verificarne la sua tracciabilità. Oggi Geraci non va bene, ma nel giugno del 2009 ricordiamo bene era l’alleato prescelto del centro sinistra contro la ex sindaco Pasqualina Straface.
Lei prof. De Rosis in città a buon diritto è considerato una persona stimata, quasi una istituzione, però dimentica che a suo tempo anche lei è stato vittima delle diatribe interne al Pd, lo dimostrano i continui trabocchetti di cui è stato vittima durante il breve lasso di tempo che fu sindaco della città, furono i suoi stessi amici di giunta a rendergli il percorso politico arduo. Se la città, dopo le sue dimissioni, ha dovuto subire il marchio e la umiliazione di mafiosa, lo deve anche al comportamento irresponsabile del partito democratico che non ha ritenuto a suo tempo opportuno ricandidarlo alla guida della città rendendo così vano quel vento di partecipazione e quella voglia di cambiamento dei quali i coriglianesi hanno voluto omaggiarla. Rimaniamo dell’avviso che anche lei non è esente da colpe politiche, la sua non caparbietà nel non averci provato, nel non averci creduto pur sapendo che la città gli era più vicina di prima hanno spianato in seguito la strada a tutto ciò che è successo dopo, non ha avuto il coraggio o non se l’è sentita di veicolare l’enorme affetto che la città gli esprimeva al di fuori dei partiti, forse è stato trattenuto da quel senso di appartenenza politica che molte volte limita la follia di quei pochi rivoluzionari. O forse non ci ha creduto. Comunque resta il rammarico che lei ha disatteso tutto ciò che ha proclamato durante la sua campagna elettorale, non è stato consequenziale alle sue idee, ha permesso che l’appartenenza politica prevalesse sulle condizioni pietose in cui versa la città, in un certo senso è stato sordo al grido di aiuto che veniva dalla città. Le chiediamo: dopo avere capito che non era nei disegni del Pd perché non ha ritenuto opportuno risvegliare quello entusiasmo di una volta, perché non ha creduto che lei poteva ridiventare sindaco anche senza l’appoggio dei partiti, perché non si è messo a capo di una coalizione che fosse espressione dei cittadini? Forse giustamente, e non ce ne voglia, preferisce la vita da pensionato, ma a questo non ci crediamo poiché un giorno si e l’altro pure lei manifesta visibilmente ancora con nostalgia un ritorno alla vita politica, ci dispiace dirlo ma anche questa volta la famosa chiamata che lei attendeva da parte del centro sinistra non è arrivata, forse sarà per la prossima volta. Con la simpatia e la stima di sempre.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio