In questa Città si registrano diverse anomalie o, se volete tante contraddizioni. Non vado a snocciolare i fatti ai quali faccio riferimento dicendo ciò, giacchè, in maniera variegata, a secondo delle prospettive e dei contesti che a essi guardiamo gli stessi sono stati “raccontati” da consiglieri comunali (di opposizione),ex consiglieri comunali, cronisti. Per cui, come dire: parlano i fatti!
E spiace assistere a questo anomalo e desolante “teatrino” (della politica) che va in scena in Città anzi, di più, nel Palazzo di Città e senza che,chi ne regge le sorti, prenda una posizione netta e univoca, (ri)-stabilendo principi, valori, con un ideale percorso da seguire e una meta possibile da raggiungere.
Non voglio qui fare la solita critica che rieccheggia in Città contro l’operato di quest’Amministrazione, tanto ormai ne sono consapevoli persino i diretti interessati anche se fanno finta di niente (sic!), ma,tra le tante anomalie o contraddizioni, fatti e misfatti che succedono e si susseguono quotidianamente me ne ha colpito uno in particolare, letto sui media ovvero il “dire”, delle frasi riportate sulla stampa e, pare, sarebbero state pronunciate dal segretario comunale.
Ebbene queste frasi, avevano come oggetto l’operato della triade di commissari antimafia che per due anni ha retto le sorti del nostro Comune, che, sempre stando a quanto riportato dal “giornale” locale, lo stesso funzionario avrebbe detto 《Antimafia? Quella era la mafia!》.
Ebbene questa Città ha subito l’onta dello scioglimento del Comune, una ferita lacerante che ha macchiato per tutta la vita la storia di questa Comunità e, ora, a leggere queste frasi, si prova un certo disagio che scuote la coscienza.
Dunque o le frasi vengono smentite o il Sindaco deve segnalare il tutto al Prefetto e sostituire il “funzionario” che avrebbe affermato quella “frase”!
Ho letto sul blog, a tale proposito, le dichiarazioni del Sindaco e del Segretario comunale che però nelle stesse non hanno smentito l’articolo… seppure hanno preso le distanze dalla stessa “frase”.
E questo atteggiamento non è possibile accettarlo. Le posizioni (e il tema nella fattispecie è molto delicato,e quando di mezzo c’è la storia e la sofferenza di un Popolo intero non si può giocare con le parole) vanno inequivocabilmente chiarite sgomberando il campo da ogni dubbio. Non scherziamo. Questo Popolo ha sofferto e ancora soffre. E dunque merita rispetto e chiarezza.