Dopo un anno il consiglio comunale di Corigliano ha approvato, se pure a maggioranza, l’atto di impulso al progetto di fusione tra Corigliano e Rossano. Il sindaco, Giuseppe Geraci, nel commentare quanto deciso dal civico consesso ha parlato di “pagina storica per la città”. Sarà pur vero, per carità, rispettiamo le opinioni e le convinzioni del primo cittadino, e nel premettere che non siamo contrari a questo progetto, ci pare, quanto meno, doveroso fare delle puntualizzazioni, tenuto conto che nel corso di questo anno trascorso dal 16 gennaio 2015 con ogni probabilità qualcosa ci è sfuggita.
Sosteniamo questo perché il quella seduta di consiglio l’assise decise per il rinvio per meglio approfondire la tematica e ricercare un maggiore coinvolgimento della città. Decisione che allora abbiamo condivisa, anche perché un progetto del genere deve necessariamente registrare un coinvolgimento popolare altrimenti è destinato a fallire. Sempre secondo il sindaco Geraci in questo anno trascorso da quella decisione è accaduto tanto, infatti, in un passaggio della sua dichiarazione al termine del consiglio di lunedì sera, afferma: “In questo anno, infatti, attraverso il dibattito che è emerso e che si è declinato in diverse forme, la discussione sulla fusione da elitaria è diventata sociale, passando da stanze, salotti e convivi alle piazze e, anche attraverso la sana polemica delle diverse parti, nella diffusa opinione pubblica”. Non vogliamo mettere in dubbio la convinzione con la quale Geraci afferma ciò, però, salvo gravissimi e pericolosi vuoti di memoria a noi questo “attivismo” sull’argomento ci è completamente sfuggito. Se la memoria con ci inganna da gennaio 2015 a febbraio 2016 ricordiamo una sola manifestazione pubblica sull’argomento, tenutasi presso il Centro di eccellenza nel marzo 2015. Poi più nulla. Ripetiamo, può darsi che ci siamo dimenticati dell’altro. Ma se è vero quello che noi ci ricordiamo allora senza tema di smentite quanto accaduto lunedì scorso è un atto che poteva essere approvato, così come aveva fatto Rossano, giusto un anno fa. E allora ci chiediamo perché rinviare il tutto di un anno se poi nei fatti non si è approfondito nulla ? Ci chiediamo ancora: da quel 16 gennaio 2015 ad oggi cosa è cambiato perché coloro che hanno votato lunedì l’atto d’impulso non lo hanno votato un anno fa ? Ma la domanda più importante che ci poniamo è questa: senza il vero e reale coinvolgimento dei cittadini quali possibilità reali vi sono affinché il referendum, se verrà indetto, darà i risultati che i due consigli comunali si augurano ? Su quest’ultimo aspetto francamente siamo pessimisti, perché la stragrande maggioranza dei coriglianesi ignora i reali vantaggi che Corigliano potrebbe avere da questa fusione con Rossano. Inviterei il Consiglio Comunale ad avviare, anche attraverso il sito istituzionale del comune, una indagine per capire se quanto da noi sostenuto risponde a verità oppure no. Ma a parte ciò, l’augurio, da chi crede che la fusione possa servire a qualcosa, è che da subito la politica si faccia carico di far conoscere, ma realmente, ai cittadini il perché la fusione è necessaria, altrimenti quanto fin qui posto in essere risulterà inutile e dannoso per l’immagine della nostra Corigliano. La gente deve essere informata, deve capire in maniera chiara ed inequivocabile che soggetto giuridico ed amministrativo verrà fuori dalla fusione, anche inserendo, eventualmente, Cassano Jonio o altri centri, se la gente non capirà questo il referendum fallirà con tutte le conseguenze del caso.