Il Comune e la Regione intendono muoversi?
Le mareggiate violente che ormai si susseguono La morfologia della spiaggia, diciamo almeno per 18 km di spiaggia, è stata modificata, sostanzialmente abbassata con perdita secca di sabbia e pietrisco e detriti provenienti dai corsi d’acqua o dal mare. Le pochissime zone di duna rimaste si stanno assottigliando a vista d’occhio e la spiaggia in molti punti diventa meno agevole per chiunque ci voglia mettere piedi anche d’estate. Cosa sta succedendo? Primo: il clima cambiato ha aumentato la forza dei venti che quando soffiano sollevano onde più alte e a seconda dell’inclinazione più profonde.
Sulla strada spesso dopo la mareggiata troviamo pietre , sabbia, che sono ormai perdute dalla spiaggia( e non si recuperano più). La spiaggia in alcuni punti si accorcia. Secondo. Le piogge sono più violente e anche più intense, ma la frequenza è instabile, a seconda delle correnti atmosferiche. Cambi bruschi di temperatura accompagnati Da violenti venti da Ovest, da Nord, e meno da sud. In sintesi innalzandosi anche piano piano il livello del mare il risultato finale è quello di un progressivo abbassamento dei piani di spiaggia e un graduale avanzamento dell’acqua, per ora non evidente, se non durante le mareggiate. Tutti quelli che hanno pensato tra la fine degli anni sessanta, gli anni settanta ed ottanta, di realizzare una casa o anche una attività lungo la costa devono ora fare i conti con una situazione che sta cambiando ad ogni inverno, e le strutture mobili e fisse cominciano a correre rischi, che si fanno molto concreti nei casi di violente mareggiate accompagnate da precipitazioni violente. A volte infatti se le foci si tappano a causa delle onde che spingono, l’acqua esce dal suo alveo e invade le aree circostanti. Me abbiamo avuto prova nel 2015 durante l’alluvione a Rossano e a Corigliano e in altre zone. Tutto questi fenomeni, sono stati ampiamente previsti dagli scienziati del cosiddetto Cimate Change, l’organismo che studia nel mondo le modificazioni del clima, e queste persone hanno pure disegnato una mappa abbastanza precisa di cosa può succedere tra mare e costa entro questo secolo. Nella mappa, che abbiamo pubblicato tempo fa, si vedono chiaramente le nostre zone costiere invase dall’acqua, dicono gli scienziati entro il 2100, senza fornire date più precise, ma chiarendo che una parte del fenomeno è possibile anche entro il 2050.
Entro dieci anni siamo ancora in tempo per rallentare il fenomeno, diminuendo le emissioni di anidride carbonica, in tutto il mondo. Sulle coste le decisioni devono essere prese dai governi nazionali e locali . Qui in effetti non ho visto ancora nessun segnale di interesse non episodico al problema.
Anzi a dire il vero ho visto interventi contro l’erosione costiera sul Tirreno, spesso fatti male, senza studi sulle correnti e sui corsi d’acqua e sui fondali, e a volte anche con scandali di corruzione. Io penso che sarebbe vento il momento che i cittadini anziché preoccuparsi del mare quando vanno a fare il bagno d’estate, cominciassero a pensarci adesso, finché qualcosa si può fare prima che le spiagge si perdano o siano intaccate in profondità. Adesso ci sono le elezioni regionali, non ho sentito finora nessuna proposta specifica per questo fenomeno se non ripetere slogan privi di qualunque significato vero. Quindi se a gennaio ai cittadini interessa solo il piacere piccolo dell’onorevole non credo che si possa ottenere molto ascolto da chi governa la cosa pubblica. I residenti sulla costa invece forse sono un po’ più sensibili, che hanno le case e le strutture vicino al mare e allora si organizzassero in comitati e cercassero di far capire alla politica che la situazione va affrontata con gli strumenti della politica, quella buona intendo. Ma sarebbe veramente urgente una serie di studi seri su tutti gli aspetti del problema per cercare i rimedi duraturi, quantomeno per attenuare i rischi. Per ora le istituzioni dormono. Io comunque casa al mare non ne ho, posso solo avvertire gli amici ….
FABIO MENIN