Torna a far sentire la sua voce il rappresentante locale dell’Anva Confesercenti, Francesco Lazzarano. Lo “storico” operatore commerciale, da sempre animato da senso civico e in prima linea nella tutela delle istanze della categoria, commenta quanto accaduto durante i solenni festeggiamenti patronali tenutisi nei giorni scorsi. La sua è una disamina amara quanto realistica.
“La deliberazione del commissario prefettizio, la n. 3 del 10 gennaio 2019, imponeva agli operatori ambulanti su aree pubbliche che se volevano partecipare alla festività dovevano inoltrare domanda in carta semplice ai parroci della chiesa di San Francesco e non più al Comune. Questa siffatta determinazione, voluta non dalla chiesa ma dal commissario, è stata causa e danno per gli ambulanti che vantano qualità, titolo e diritto acquisito a svolgere la loro attività nell’ambito della città di Corigliano. Infatti, da una verifica effettuata dai tecnici dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti, risulta che su viale Rimembranze e via Roma vi era una scarsa partecipazione di banchi e bancarelle, che negli anni passati affollavano le strade con 130 commercianti. Quest’anno, invece, sul sito vi erano posizionati 4 autocarri e 2 griglie che somministravano alimenti e bevande, 6 banchi di mostaccioli e zucchero filato, un piccolo stand che friggeva i cullurielli, un pakistano con esposizione di oggetti prodotti in Cina e in Marocco, chincaglieria e bigiotteria, un cinese che vendeva crema per dolori reumatici e due pendolari girovaghi che gonfiavano palloncini. Nella zona “morta” dell’Ariella – dichiara Lazzarano – sostavano un paio di dozzine di autovetture, nel terriccio privato non c’erano le giostre e gli spettacoli viaggianti. Gli atei moderni hanno preferito affollare il Quadrato Compagna per ascoltare il concerto del Primo Maggio, la festa dei lavoratori di tutto il mondo. Vi è stata una grande illuminazione con delle luci che giravano come mulini al vento, mi sembrava di essere a Las Vegas. Mancava la classica Banda musicale di provenienza dalla Puglia, su tutte le entrate e le uscite del paese lampeggiavano le autovetture della Polizia, mi sembrava la festa dell’Arma. Speriamo bene che questa festa che appartiene ai coriglianesi ritornerà come prima. Un particolare da menzionare è che nella città di Buenos Aires, nello stesso giorno, si celebrava il rito del Santo Patrono e chilometri di fedeli dietro la Processione inneggiavano a San Francesco: la nostra festa ha dunque cambiato residenza e si svolge magnificamente in mezzo a 26mila coriglianesi residenti nella capitale argentina”.
Fabio Pistoia