Abbiamo inteso avvicinarci, in alcuni casi riavvicinarci, al Pd perché credevamo, e ne siamo ancora convinti, che sia il luogo politico più attrezzato per poter far sentire la nostra voce all’interno del centrosinistra.
Ed in questo percorso abbiamo incontrato altri compagni di viaggio che già militavano nel Pd cittadino. Ciò che ci ha unito è la convinzione che, in un momento in cui la destra appare preponderante nel panorama regionale, occorresse partecipare alla realizzazione di quello che il partito nazionale chiama “Campo Largo”: un soggetto politico, aperto anche alla partecipazione dei non tesserati attraverso le Agora, che ricomponesse il quadro delle alleanze e trovasse percorsi condivisi e plurali. Questo, a nostro avviso, anche attraverso un confronto con l’amministrazione comunale della nostra città, ancor di più dopo che si è apertamente dichiarata di sinistra. Continuiamo a pensare che è attraverso il dialogo, la collaborazione sui temi d’interesse generale, soprattutto se mirati alla costruzione della città unica, si potesse e dovesse aprire una nuova fase sia all’interno del partito, che viaggia ai minimi storici, sia nel campo dell’intero centrosinistra. Ed è così che nasce una candidatura congressuale “collettiva”, riassunta dal nome di Mariolina Cacciola. Ed è sempre su queste basi che abbiamo, proprio a fronte di una dialettica al nostro interno libera e mai piegata a interessi di parte o a soddisfazione d’interessi particolari e personali, proposto, in vista del ballottaggio, accordi programmatici ad entrambi i candidati. Accordi che non erano e non potevano essere un “do ut des” in cambio del sostegno all’amministrazione Stasi. Erano e restano ciò che è scritto chiaramente al loro interno: l’apertura di un dialogo e di un confronto tutto mirato sull’interesse della nostra città. Nessun accordo clandestino, nessuno scambio, nessuna poltrona in giunta. Solo un accordo politico chiaro.
Questo è il contenuto che ha portato all’accordo con il segretario Franco Madeo, che ha subito accettato il percorso, condividendo i passaggi con il suo gruppo. E questo era il contenuto di un documento proposto anche a Giuseppe Tagliaferro che, modificandone leggermente un passaggio, addirittura lo “proponeva” come suo.
Ciò che ha fatto propendere il nostro gruppo nella sua interezza, non senza dubbi e con un confronto serrato, verso Madeo è stata proprio la sensazione di ambiguità che restava nell’atteggiamento di Tagliaferro. L’idea che non potesse garantire la piena convergenza su quel documento di tutto il suo gruppo.
Ed allora rispediamo con sdegno al mittente la ricostruzione e le ipotesi complottistiche emerse in una conferenza stampa che aveva tanto il sapore di un colpo di coda di dirigenti che nel passato si sono distinti per la loro capacità di creare spaccature nella comunità del Pd nelle due ex città e che, a quanto pare, il vizietto non lo hanno perso. Unità dovrebbe essere la parola che sta a cuore a tutta la nostra comunità politica. Ed invece, ancora una volta, trascinati anche da chi viola costantemente le regole statutarie del Pd stando, lui si, con il piede in due scarpe, si sceglie lo scontro, la divisione, il muro contro muro.
Ed allora, oggi, non possiamo che confermare la bontà della scelta fatta al ballottaggio.
La democrazia nel partito si pratica anche e soprattutto attraverso l’accettazione dei risultati congressuali ed attraverso un atteggiamento maturo e responsabile.
Corigliano-Rossano 14-07-2022
Delegati “Domus Magna Graecia”