La discussione politica dell’ultimo periodo (guerra a parte) verte sul cosiddetto “campo largo” o coalizione di centro.
La rielezione di Sergio Mattarella ha sancito due cose:
la prima che i populisti e sovranisti non sono in grado di formulare una proposta politica seria; la seconda è quella relativa alla fine del bipolarismo.
I processi politici hanno sempre bisogno di tempo per fermentare nell’opinione pubblica.
Il cosiddetto “campo largo” nasce dalle prove d’intesa per l’elezione del Presidente della Repubblica (“perimetro Casini”) e dalla necessità di unire le forze moderate che, mai come ora, hanno difficoltà a stare vicino alla Lega di Salvini il quale, fino a ieri, trovava in Putin e Trump i suoi riferimenti di politica estera. Ma anche con i populisti del Movimento 5 stelle che, su argomenti come la “tap” ed il “populismo ambientale” hanno costruito la loro fortuna (prima di rimangiarsi tutto e fare l’esatto contrario di quanto detto).
Corigliano-Rossano, da sempre, anticipa i processi politici nazionali: ne sono stati esempio la prima giunta DC-PCI ed i primi sindaci eletti di provenienza ex MSI diventato, dopo la cosiddetta “svolta di Fiuggi”, Alleanza Nazionale.
Se vogliamo anche l’ascesa politica di Flavio Stasi, “5 stelle” mancato, sancisce questo principio.
Tuttavia, mentre i primi due fenomeni politici, nel bene e nel male, si sono allineati a processi nazionali più longevi, il vento dei populisti si è trasformato in tiepida brezza, a causa della sua scarsa capacità di governo ed all’incapacità di trasformare le parole in fatti…. o, meglio, in opere!
Da cittadino, prima che da dirigente politico, sono preoccupato per la mia città, in quanto credo che dopo l’ubriacatura del fenomeno Stasi restino i postumi della sbornia, ben più rilevanti di un semplice mal di testa.
Questa grande comunità, infatti, in questa fase storica, non può permettersi di restare indietro.
Il civismo è destinato a fallire; i partiti, invece, se tornano a svolgere la loro funzione storica – ossia di collante tra società e istituzioni, dimostrando di avere al loro interno dirigenti seri e preparati – possono (e devono) essere attori principali di un nuovo percorso.
È necessario avviare da subito un cantiere politico, che metta al centro una proposta alternativa all’attuale classe di governo locale.
Il sindaco si gioca il tutto per tutto nelle elezioni per la presidenza della provincia che, ricordiamocelo, è sempre un ente di “secondo livello”, e che, soprattutto dopo la riforma Del Rio, conta poco per non dire nulla.
La verità è che Corigliano-Rossano, pur avendo 3 deputati, un senatore e 2 consiglieri regionali, per merito del sindaco sembra essere sempre più isolata dal punto di vista istituzionale. Basti pensare alla SS 106 ma, soprattutto, al PNRR (del quale non abbiamo proprio traccia!!!).
Sulla 106, abbiamo già perso: il finanziamento di 220 mln, che poteva essere intercettato dal Comune di Corigliano-Rossano, se il sindaco avesse avuto le idee chiare, se avesse ascoltato interlocutori diversi da quelli che, forse, lo mal consigliano e, soprattutto, se fosse riuscito a coinvolgere tutte le forze istituzionali e magari, anche la cittadinanza (ma, forse, per agire in questo modo servono doti che il sindaco non ha!!!), avremmo avuto il risultato sperato, ed invece di perdere il finanziamento saremmo riusciti a coglierlo ed ad usufruirne.
Risultato finale: finanziato il tratto Crotone-Cutro e, noi, ancora facciamo melina, mentre la gente muore.
Il mio appello è rivolto, in primis, a tutte quelle forze politiche che vogliono costruire una proposta alternativa, a tutti i moderati che si sentono orfani e vogliono dare un contributo importante, a chi ancora crede nella politica che sa proporre e non solo urlare.
Bisogna avviare un processo inclusivo e plurale, un perimetro ampio dove iniziare a seminare: il cosiddetto “campo largo”, appunto.
Del resto, gli elettori di Corigliano e di Rossano hanno sempre risposto con entusiasmo alle nuove sfide. Tuttavia oggi c’è un pericoloso sentimento contrario alla fusione, alimentato dagli scarsi risultati sul piano amministrativo.
La spaccatura all’interno della maggioranza Stasi, con la componente “CoriglianoRossano domani”, ha ulteriormente amplificato questo sentimento nell’area coriglianese.
Il mio appello, dunque, va nella direzione di tutte quelle forze politiche che hanno voglia di sedersi a un tavolo senza velleità ma con spirito costruttivo. Bisogna ridare dignità a questo territorio, sempre più isolato dal punto di vista istituzionale. Ricordiamoci ancora e sempre che, ad oggi, abbiamo quattro deputati, un senatore, tre (ma anche quattro se si considera Laghi) consiglieri Regionali.
C’è ancora la sfida del PNRR da cogliere e vincere ma, soprattutto, c’è una classe politica da rilanciare e rivalutare.
Giovanni Lefosse (segr. Prov. AZIONE- CS)