Venerdì 8 aprile i giovani coriglianesi saranno chiamati a votare i consiglieri e il relativo coordinatore che dovrebbero rappresentarli all’interno del nuovo costituente organo istituzionale. Molti, tra nostri sostenitori e non, ci hanno domandato del motivo per cui abbiamo deciso di non concorrere alle sopracitate elezioni e non votare nessuna lista, essendo che come organizzazione giovanile siamo attivi nel territorio da un po’ di anni.
Questo comunicato, volendo chiarificare la nostra posizione, è un atto dovuto nei confronti di chi sostiene il nostro lavoro politico e il nostro differente modo di agire. È un atto dovuto nei confronti della massa di giovani che vive le contraddizioni di questo modello economico e che di fatto non è al centro degli interessi di alcun partito, associazione o movimento. Neanche nel dibattito politico cittadino di questi giorni. Innanzitutto, ci preme spiegare qual è l’atteggiamento che i comunisti hanno difronte alle elezioni e alle istituzioni in generale. Noi non crediamo assolutamente che un reale cambiamento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle masse popolari possa avvenire tramite gli attuali organi istituzionali, essendo questi strumento dei settori dominanti della società per mantenere l’attuale sistema basato sulla divisione in classi. Per questo motivo, non ci affanniamo nelle competizioni elettorali in modo da raccattare consensi da spendere opportunisticamente nell’immediato, non essendo il posto in istituzione il nostro fine ultimo. Quello che a noi interessa è ricomporre la coscienza di classe e ribaltare i rapporti di forza tra sfruttati e sfruttatori in favore dei primi. La lotta nelle istituzioni in questo può essere utile, ma è subordinata alla mobilitazione delle masse popolari. Anche in una possibile campagna elettorale, quindi, non illudiamo nessuno circa una presunta “salvezza dall’alto”, negando il ruolo delle masse sfruttate nelle trasformazioni sociali. Se questo è il nostro atteggiamento nei confronti delle istituzioni ai vari livelli, si intende quale possa essere il grado di interesse nei confronti di un organo che dovrebbe fare proposte all’amministrazione comunale, come il Forum Giovani. Organo che da una parte è utile all’amministrazione comunale per indossare una maschera da istituzione attenta alle istanze della gioventù mentre in realtà non fa nulla. Dall’altra è un importante trampolino di lancio per la carriera politica di chi vorrà legittimarsi alle prossime elezioni comunali. Innanzitutto, che il Forum Giovani non sia un’alternativa lo si evince chiaramente dai programmi esposti dalle varie liste. Tra le varie proposte di eventi ludici, apertura di sportelli, il grande assente è il problema principale che riguarda la gioventù coriglianese: lo sfruttamento all’interno dei luoghi di lavoro. Nessun accenno, come era prevedibile, al fatto che i maggiori settori della nostra economia cittadina (agricoltura, turismo, ecc…) siano mantenuti tutti dal lavoro nero di manodopera giovanile o dalla presenza delle peggiori condizioni contrattuali, sfruttando l’estrema disoccupazione per giocare al ribasso sulla pelle di chi non ha altra scelta. Una lista sta persino proponendo un punto di incontro tra i giovani lavoratori e le imprese impegnandosi ad “agevolare la comunicazione”: ma quale può essere il punto di incontro con chi ottiene enormi profitti grazie allo sfruttamento della manodopera giovanile (e non)? Chi dice di voler fare gli interessi dei giovani di Corigliano senza mettere in conto questo non fa altro che seguire la stessa scia della politica “più grande” che si afferma di voler cambiare. Lo spettacolo in corso, inoltre, sta mostrando un modo di fare visto e rivisto altre volte. Ragazzi aggregati per essere ridotti al ruolo di raccoglitori di voti che poi saranno abbandonati finito il tram tram; pesci che, attratti dalla vetrina politica, escono a galla nonostante fino ad ieri non abbiano mosso un dito; bar che diventano i principali luoghi di campagna elettorale. Tutto ciò, e ci dispiace per chi in buona fede crede in una possibilità di cambiamento tramite il Forum Giovani, non è indice di alternativa. È vero che il fatto che tanti giovani si avvicinino e si interessino alla politica possa indicare qualcosa di positivo, ma se si riproducono gli stessi meccanismi responsabili della sfiducia giovanile nell’azione non si fa altro che incentivare questa situazione. Per questo motivo ci appelliamo ai tanti giovani, studenti, lavoratori e disoccupati, affinchè non cadano in questa illusione. A chi ci dice che con questo atteggiamento “spacchiamo i giovani”, invocando un’unità che in realtà non esiste, oltre a ricordare che è bene interessarsi a quello che ci sta intorno 365 giorni l’anno e non solo in occasioni di grande visibilità, rispondiamo che essere giovani non è diretto sinonimo di cambiamento. La questione dell’unità è una questione di qualità, non di quantità. Noi ad una fantomatica unione “accomunata dalla sola voglia di cambiare la propria città”, modus operandi utile a rendere la gioventù disarmata difronte all’attuale stato di cose, opponiamo la costruzione di un’organizzazione cosciente e radicata tra le fasce sociali che vuole rappresentare, unico strumento capace di garantire un ribaltamento delle attuali condizioni. Opponiamo un modello aggregativo che renda realmente le masse protagonista del proprio presente.