Allora come oggi, arrivò Dicembre. Mese ultimo dell’anno, ma primo del calendario per unanime attesa – da bambini, genitori e finanche nonni – perché sinonimo di festività, avvento e preludio al Santo Natale. Mai come adesso, appuntamento carico di speranza e fonte di gioia per rasserenare gli animi, inquieti e timorosi del futuro.
Era, per la precisione, il 27 Dicembre del 1991 – chi scrive, all’epoca, aveva solo 10 anni – e un avvenimento si registrò nel comune di Corigliano Calabro. Sì, un avvenimento, perché s’andava ad insignire di una prestigiosa onorificenza un concittadino, e questo accadimento interessava, pertanto, non solo il diretto interessato, ma tutta la comunità dello stesso.
Giorgio Aversente – imprenditore illuminato e intraprendente, operante nel settore automobilistico, profondo conoscitore del mondo del commercio e delle attività produttive, attivamente impegnato nel sociale e precursore delle istanze di cambiamento ad ogni livello che permeavano e caratterizzavano quegli anni – diviene Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. A ricordare tale significativo attestato di riconoscenza e gratitudine nazionale conseguito da Aversente, conferito dal Presidente della Repubblica su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è il prezioso Archivio storico del Quirinale (https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/207753).
Tanta, allora, fu la comprensibile reazione di giubilo da parte di numerosi concittadini per tale decisione, che andava a qualificare tutta Corigliano e l’intero comprensorio sibarita e calabrese. Molta l’emozione di Aversente, ma anche la soddisfazione di chi aveva visto quest’uomo nascere, crescere, affermarsi all’insegna del duro lavoro e tra innumerevoli difficoltà, divenendo ‘pater familias’ di larghi strati della popolazione. Impegno sociale poi divenuto sempre maggiormente pubblico e prolifico negli anni a seguire, con una storia personale a tutti nota.
Da quel Dicembre del 1991 per il concittadino Giorgio Aversente nulla cambiò: rimase intatta la sua umiltà, la sua cordialità, il suo alto senso del dovere e della solidarietà. Tutto mutò, invece, per la ‘sua’ Corigliano: da quel momento fiera, a giusta ragione, del suo ‘Commendatore’, insignito di tale titolo, frutto di serietà e passione, a differenza di altri, a caccia di menzioni di casate dinastiche e ridicoli orpelli.
Pillole di memoria individuale e collettiva, alla vigilia di un altro Natale e a distanza di circa 30 anni, che rinfrancano la mente e fanno bene al cuore, rinsaldando il senso d’appartenenza ad una comunità e l’affetto e la stima per Giorgio Aversente. Il nostro indimenticabile Commendatore.
Fabio Pistoia