Sì, è proprio così. I pescatori di Schiavonea, storico borgo marinaro e turistico del comune di Corigliano Rossano, sede di uno dei più grandi porti del sud Italia, finiscono in Tribunale per difendersi dall’accusa di occupazione abusiva di suolo demaniale. Emblema e simbolo di una gloriosa tradizione, spesso figli e nipoti che hanno ereditato dai rispettivi avi la passione e l’amore per un mestiere, la pesca, che si perde nella leggenda per il fascino che lega quest’attività al mare.
I pescatori sono comparsi lo scorso 11 luglio davanti al giudice del Tribunale di Castrovillari, anche se la discussione è stata rinviata al prossimo mese di dicembre, per iniziare ad affrontare un’odissea giudiziaria vera e propria.
Gli operatori di una delle più importanti e antiche marinerie del Mezzogiorno hanno dovuto infatti fare i bagagli e lasciare il tratto di spiaggia da secoli caratterizzato dalla loro presenza. Il motivo è da ricercare nell’odierno Piano spiaggia e, in particolare, nell’assegnazione agli stessi pescatori del settore numero 3. Una vicenda intricata, controversa e finanche difficile da raccontare, il cui risultato è tuttavia il seguente: i pescatori nelle aule di giustizia per far valere le proprie ragioni.
Fabio Pistoia