Per trovare lavoro serve anche studiare materie come il latino e la matematica. Tra equazioni e numeri primi, infatti, materie come il latino e la matematica sono altamente formative anche se magari poi, al termine del percorso di studi, si trova lavoro in settori economici che non hanno niente a che fare con le versioni di latino e con lo studio di funzioni.
Il lavoro che c’è in Italia
In accordo con un recente articolo che è stato pubblicato sul Corriere.it, a livello occupazionale in Italia le figure maggiormente richieste sono quelle tecniche e specialistiche rappresentate, in particolare, dagli operai metalmeccanici ed elettromeccanici, e dagli esperti nel campo delle vendite e del marketing.
Per queste posizioni lavorative, l’offerta in Italia continua ad essere superiore alla domanda specie al Nord, dal Piemonte alla Lombardia, e fino ad arrivare all’Emilia-Romagna. La criticità è rappresentata, nello specifico, dalla difficoltà delle imprese di trovare manodopera qualificata con la conseguenza che devono rinunciare alle assunzioni, oppure far entrare in azienda lavoratori che, senza esperienza nel campo, vanno poi formati anche per lunghi periodi.
Domanda-offerta di lavoro, un meccanismo inceppato da un ventennio
Se in Italia il tasso di disoccupazione è elevato, con punte da record per la disoccupazione giovanile, la spiegazione sta proprio nel disallineamento che persiste nel nostro Paese tra la domanda e l’offerta di lavoro. Questa situazione in Italia persiste da un ventennio in quanto il meccanismo dell’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro risulta essere palesemente inceppato.
In pratica, al termine del percorso di studi, i giovani hanno difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro in quanto non hanno maturato quelle adeguate competenze che servono alla maggioranza delle imprese che assumono. E questo anche perché alcune modalità didattiche innovative, come i percorsi di alternanza scuola-lavoro, non hanno generato i risultati sperati.
Rilancio occupazione con il reddito di cittadinanza?
Da poco, per la lotta alla povertà, e per il rilancio dell’occupazione, in Italia è attiva una misura che è stata varata dall’attuale Governo in carica. Si tratta del reddito di cittadinanza che prevede il riconoscimento di un beneficio economico per i meno abbienti, ma anche politiche attive per il lavoro i cui risultati sono però ancora tutti da verificare in quanto è in corso la riforma dei centri per l’impiego.
In particolare, a regime, per le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, arriveranno un totale di tre proposte di lavoro con la terza ed ultima che andrà obbligatoriamente accettata per non perdere il sussidio. La criticità sta nel fatto che, specie al Sud, l’offerta di lavoro è scarsa ragion per cui è tutto da vedere come lo Stato riuscirà a formulare, per ogni cittadino che percepisce il reddito di cittadinanza, delle proposte occupazionali congrue.
Non a caso, almeno per il 2019, l’effetto del reddito di cittadinanza sull’occupazione in Italia sarà sostanzialmente nullo. A certificarlo è stato proprio il Governo italiano nell’approvare il Documento di economia e finanza (Def) che definisce quelle che sono le linee di politica economica e finanziaria dell’Esecutivo.