Si susseguono giorni all’insegna del fervore religioso e della trepidante attesa, per i residenti nell’area urbana di Corigliano, in vista del 2 aprile, festività di San Francesco di Paola e, soprattutto, delle attese celebrazioni, che quest’anno avranno inizio il prossimo 25 aprile e si concluderanno il primo maggio, organizzate per la significativa ricorrenza del V Centenario della Canonizzazione del Santo, avvenuta appunto il primo maggio del 1519. Un avvenimento di fede e devozione popolare intimamente legato alla storia e alle tradizioni locali.
Tornano così a vibrare le emozioni nelle famiglie coriglianesi e a ravvivarsi le sensibili percezioni scaturite dall’orgoglio di appartenere ad una comunità ed essere fedeli e devoti al Santo Patrono e Protettore, al quale sono puntualmente dedicate ogni anno, verso la fine del mese di aprile, le tradizionali celebrazioni.
Suggestivi ricordi legati a tale avvenimento ci sono stati tramandati, tra gli altri, dal professore Antonio Russo, indimenticato e indimenticabile storico locale, il quale si è soffermato, in particolare, sui tre giorni che precedono la festa di San Giuseppe e quella di San Francesco di Paola.
“La sera, in quasi tutti i rioni, si accendono dei gran falò, i pagghidrƏ, in onore dei due santi. I ragazzi ‘i ri vicinanzƏ in tutti e tre i giorni, vanno a raccogliere frasche, legna e pucchjƏ (cisto marino) nei boschi. Fino a non molti anni addietro, i ragazzi, in quei giorni, facevano il giro di tutte le case del vicinato a chiedere legna e promettevano in cambio la brace benedetta che la sera puntualmente portavano. Oggi il loro giro – scriveva Russo – è molto ridotto e si limita a quelle poche case che ancora adoperano la legna per cucinare o a quelle, anche poche, che la usano per il caminetto”.
Fabio Pistoia