Ho letto l’articolo di alcuni giorni fa dal titolo “Il più bravo della classe (ovvero l’odio di classe)”. Premetto che trovo simpatici gli articoli dell’Ing. Scura su fatti che si riferiscono al periodo bellico e a quello post bellico. A patto però che non faccia troppo la parte della vittima come studente delle Scuole di Corigliano. Mi corre l’obbligo però di fare alcune considerazioni sull’articolo richiamato. Precisiamo innanzi tutto che stiamo parlando dell’Ing. Antonio Capalbo, per gli amici “Totonno”, di Corigliano, deceduto alcuni anni addietro.
Questi era considerato, ed era realmente, bravissimo in matematica. Si mantenne sempre tale, anzi era un innamorato della matematica, come pure della buona musica e delle belle arti.
Non è vero che a scuola non aveva nulla di più di tutti gli altri, tranne le misere condizioni economiche, quest’ultima frase detta quasi come un’offesa.
In matematica era veramente qualcosa di eccezionale.
La famiglia dell’allora studente Capalbo era una rispettabile famiglia, come tante altre dello stesso tipo. Il padre non era, come offensivamente viene definito, un ciabattino, ma un abile calzolaio, tipo di artigiano all’epoca molto diffuso.
Il padre era noto anche perché, pur essendo un semplice artigiano, aveva nella propria casa una vasta collezione di libri di varia natura, che prestava anche agli amici.
Probabilmente non erano simpatici all’Ing. Scura, perché sia il figlio che il padre erano politicamente di sinistra.
Lo studente, veramente bravissimo in matematica, Antonio Capalbo si laureò in Ingegneria presso l’Università di Napoli.
Non si imboscò nell’ANAS con il placet dei socialisti e di Giacomo Mancini, come asserisce l’Ing. Scura, ma vinse un regolare concorso pubblico.
In quell’azienda svolse il compito di calcolista strutturista , con diligenza e capacità, unanimemente riconosciute.
Tanto per amore della verità e della correttezza.