Tuttavia in molte scuole italiane è frequente una truffa: camuffare le spese dovute al materiale scolastico, che dovrebbe finanziare direttamente lo stato (carta igienica, gesso, fotocopie, dizionari), facendole passare per un contributo volontario e identificandole invece come un bollettino obbligatorio, quasi sempre omettendo l’aggettivo “volontario” dalla richiesta scritta. Proprio così: molto meno rari di quanto si possa pensare sono i casi in cui gli studenti, e rispettive famiglie, sono vittime di disagi. Ricatti impliciti che mettono in discussione la validità della domanda annuale d’iscrizione, della separazione effettiva tra i costi dell’assicurazione e del contributo e della possibilità di bocciatura.