Stanno accadendo, in questi giorni, due fatti , uno a carattere locale e l’ altro a carattere nazionale che secondo il mio modesto parere hanno avuto una risonanza eccessiva e fuorviante rispetto alla reale consistenza dei fatti stessi. Il primo, locale, è la reazione scomposta sulle tasse, che dal comune, stanno arrivando.
Certo che sono care e se paragonate anche al servizio fornito, diventano assurde, ma signori cari, a Geraci lo avete eletto voi. Già nei primi suoi due mandati aveva azzerato le risorse del comune, aveva trovato 24 miliardi di lire, lo ha lasciato con 4. Se avete ritenuto che tutto questo non serviva a inficiarne l’ elezione a sindaco, adesso che il periodo delle vacche grasse è finito, di che vi lamentate? Questo sindaco non ha mai avuto il “quid” di amministratore che voleva del bene al suo paese, non ha fatto nulla affinché il comune avesse una sua autonomia economica: – piano per il recupero delle tasse non pagate, -strategia per far pagare tutti, – creazione di strutture per nuovi posti di lavoro , ha solo vissuto aspettando che arrivassero i fondi dallo stato…. La conseguenza è che, adesso, che lo stato è alla canna del gas, soldi non ne arrivano più, dove volete che li vada a prendere i soldi necessari per far andare avanti il comune? Detto questo, tutti coloro che hanno votato Geraci alle ultime elezioni, dovrebbero avere il pudore di stare zitti e pagare, visto che ignorano l’ abc della prevenzione.
L’ altro fatto, a carattere nazionale, la difesa del presepe. A parte il fatto che non mi sembra che ci sia in atto nessun attacco al presepe, ma voglio dire, in una nazione che si dichiara democratica, che rispetta il culto di tutti, se in una delle migliaia di aule scolastiche, gli alunni musulmani sono 24 su 26 , non mi sembra tanto logico imporgli il presepe. La verità è che siamo una popolazione vecchia, che non si riproduce, che lascia spazi sociali ad altre etnie e allora succede la cosa più banale di questo mondo: gli spazi vuoti lasciati da noi, vengono occupati da altri. Questa è una banale legge antropologica e storica sempre valida, in questo modo sono spariti gli Etruschi e l’ impero romano. Una popolazione vecchia e aperta, integra e inserisce, trasmettendo molto del proprio sapere e del proprio stile di vita, di conseguenza salva le proprie tradizioni. Una popolazione vecchia, ottusa, razzista e discriminatoria, accentua le differenze e le diversità e mette in condizione chi sopravvive, di annientare la cultura e la tradizione di chi perde. Indovinate chi perde tra una popolazione vecchia e stanca, senza stimoli e una popolazione giovane, rampante, bramosa di trovare il suo posto al sole e incazzata nera perché trattata male?
Ai posteri l’ ardua sentenza.
Mario