Questa mia poesia parla di Corigliano e dei pregiudizi che abbiamo noi cittadini , è una critica, ironica, costruttiva e reale, che non ha l’intento di offendere nessuno.
La storia sulla mia città. Paese grande ma povero di verità!
Siamo tipo una regione: con le province che sono: il paese, schiavonea e la “stazione”!
Se sei del paese sei un tipo focoso, se abiti nello scalo sei viziato e schizzinoso!
se sei di schiavonea sei un pescatore, mentre se abiti in campagna sei uno di poco valore.
Le storie da raccontare sarebbero infinite, tutte strane e mai capite!
Da chi non va alla festa di “san Francesco”, a chi invece di andare al mare se ne sta in montagna al fresco.
C’è chi tifa corigliano che se sente altri nomi scappa dal divano!
Abbiamo la storia sul dialetto: al paese si parla in modo perfetto, allo scalo si parla con calma e piano, ma soprattutto in italiano, schiavonea con tutte quelle nazionalità che ce la mettiamo a fà?
Abbandoniamo le leggende su fabrizio e cantinella, rendiamoci utili per avere una città migliore e bella.
Va bene scherzare, ma senza esagerare perché il nostro paese non possiamo e non dobbiamo disprezzare.
Prima cittadini del mondo poi d’Europa , italiani, calabresi, cosentini , coriglianesi e infine “ira marina” “iru villaggi” ecc ..