Sabato 18 Giugno p.v. alle ore 17,30, presso i locali dello Chalet delle Rose in Corigliano, parliamo di trasporti con il prof. Domenico Gattuso, esperto e docente presso l’Università di Reggio Calabria, candidato alle scorse elezioni regionali con la lista l’Altra Calabria, sostenuto da movimenti di cittadinanza attiva e da Rifondazione Comunista.
Ma andiamo per ordine, sono ormai trascorsi due anni dall’insediamento di Oliverio in Regione Calabria e malgrado abbia sostituito ai trasporti l’assessore De Gaetano con un tecnico, il prof. Musmanno, non si registrano riscontri positivi sul fronte del servizio, che le F.S., devono garantire ai cittadini di questa Regione. Il nuovo orario dei servizi e la continua dismissione delle linea ferroviaria, infatti, rischiano di fare esplodere la protesta dei cittadini della fascia Jonica della Calabria. Nell’autunno del 2015 l’assessore Musmanno apriva al confronto con la cittadinanza attiva della nostra Regione, convocando il tavolo tecnico che era stato promesso dal suo predecessore. In occasione dei primi incontri si profilavano buone intenzioni e progetti rivoluzionari: confronto periodico e costruttivo con le rappresentanze dei cittadini, nuovo piano di esercizio del Trasporto Pubblico Locale (TPL) elaborato da esperti, servizi su gomma non più in concorrenza con il treno ma complementari, rafforzamento delle dorsali costiere ferroviarie e collegamenti più robusti mediante bus a pettine verso le cittadine dell’interno, risoluzione delle criticità e delle incongruenze di orario, coincidenze intelligenti, innalzamento della qualità dei servizi. Ma pochi mesi dopo, però, nel febbraio 2016, l’Assessore cambiava improvvisamente le carte in tavola. Si attivava, infatti, per fare approvare una legge di riforma del TPL in puro stile burocratese, senza accogliere alcuna osservazione proveniente dal mondo sociale e dalle rappresentanze sindacali. Una legge discutibile, elaborata a tavolino, spacciata per innovativa e che invece risponde a logiche di conservazione e appesantimento dell’apparato burocratico, senza reale efficacia sul settore dei trasporti. Chiudeva il tavolo di concertazione con movimenti ed associazioni, introducendo alcune regole capestro, in totale sudditanza ai dettami dei vertici di F.S., e cancellava in un colpo solo tutte le associazioni dalla scena delle trattative. Queste ultime chiedevano un intervento forte nei confronti di Ferrovie dello Stato, per impedire l’opera di smantellamento dei servizi e dell’infrastruttura sul corridoio jonico, l’acquisto di veicoli ferroviari, una riprogrammazione ed un potenziamento dei servizi, anche attraverso una interlocuzione a livello ministeriale, nell’ottica di migliorare l’attrattiva del vettore ferroviario e riorganizzare il comparto del trasporto pubblico. L’assessore appare debole nei confronti di Ferrovie dello Stato; non ha assunto alcun impegno per l’acquisto di treni (i due treni Swing, inaugurati qualche giorno fa, sono un “regalino” di Trenitalia conseguente alla copertura del debito pregresso di 100 Milioni di Euro, accumulatisi sotto la gestione Scopelliti prima ed Oliverio poi, dalla Regione Calabria), e non ha operato alcun potenziamento dei servizi trincerandosi su motivazioni contabili. Nessuna seria riprogrammazione dei servizi né tanto meno ridefinizione del Contratto di Servizio. L’ultimo atto, di ciò che sembra una tragedia Greca, è rappresentato dal nuovo orario estivo dei servizi ferroviari che non piace a nessuno. I nodi vengono al pettine, dunque, e non li si può sciogliere con fare dilettantistico.
Queste le critiche più immediate mosse dalla comunità ionica:
diverse stazioni vengono cancellate completamente dai quadri orario e gli utenti lasciati senza servizio alcuno (tante persone non hanno mezzi propri e non esistono autoservizi sostitutivi). Tra queste, ricordiamone alcune, ci sono le stazioni di Calopezzati, Mandatoriccio-Campana, Crucoli, Torre Melissa, etc. Traspare un altro tassello della politica di graduale smantellamento della linea ionica, in controsenso alle dichiarate politiche di sostegno alle aree deboli e di sviluppo turistico. Ci si attendeva invece una risposta nella logica sana della programmazione dei servizi, articolata su due livelli: treni locali che effettuano tutte le fermate e treni rapidi che sostano nelle stazioni più importanti, con orari coordinati e rispondenti alle esigenze di tutti;
i regionali da Reggio C. per Catanzaro e Roccella (e viceversa) non si fermeranno più in stazioni frequentatissime come Pellaro, un ulteriore smacco ad una periferia già mortificata e con scarne e lente corse bus; si favorirà ancora una volta l’uso forzato della vettura privata sulla SS 106, tristemente nota, salvo che ai politici calabresi e nazionali, per mietere vittime ormai a cadenza settimanale;
è diventato problematico acquisire titoli di viaggio. Numerose stazioni, perfino in alcune di grandi città come Crotone o Siderno, non emettono più biglietti e non esistono rivenditori accessibili a breve distanza;
su Reggio Calabria si rileva la totale assenza di integrazione con il trasporto marittimo verso la Sicilia e con il trasporto aereo. Gli orari, inoltre, sono penalizzanti in quanto si può giungere a Reggio dalle stazioni a Nord di Melito solo dopo le 7:30 del mattino e rientrare non oltre le 20:08;
i servizi sono strutturati in modo limitativo, sia in termini di fasce orarie sia in termini di distribuzione nell’arco della settimana, e di fatto escludono molte categorie dall’uso dei treni;
a titolo indicativo del modus operandi di F.S., si cita il caso del treno n°22474, con partenza alle 6.18 da Reggio Calabria che ha eliminato le fermate comprese tra Reggio Calabria Centrale e Melito P.S., si costringono i viaggiatori delle stazioni intermedie ad utilizzare il treno n°23894 con partenza alle ore 5.30 dalla stazione Omeca e poi sostare presso la stazione di Melito per circa 41 minuti in attesa di un cambio per proseguire verso la Locride, con ritardi medi di 15 minuti e comunque in orario incompatibile con gli orari di lavoro. Si osserva la totale incongruenza degli orari dei treni in direzione Reggio C., con le esigenze dei lavoratori e la mancanza di treni utili in corrispondenza degli orari di uscita dei dipendenti delle diverse amministrazioni.
In assenza di risposte adeguate, la mobilitazione popolare per la salvaguardia e il rilancio della Ferrovia Ionica su standard europei si farà ancora più dura. Lo stato pietoso della ferrovia calabrese è, infatti, sotto gli occhi di tutti. Miopia politica, nazionale e regionale, e pratiche aziendali di stampo privatistico nel comparto del trasporto pubblico, hanno portato all’isolamento dell’intera fascia jonica, con evidenti ripercussioni negative su un sistema economico e sociale già fragile. La petizione popolare di 10 punti lanciata all’indirizzo del Presidente della Regione Calabria nel 2014 (promossa dalla Rete di oltre 50 movimenti: FIBC – Ferrovia Ionica Bene Comune) rimane tutta da attuare.
Siamo pertanto ad esprimere una vibrata protesta ed a chiedere un intervento al Presidente della Regione perché rispetti la comunità calabrese e le sue rappresentanze sociali. La responsabilità politica è tutta sua. Vada a dire a Delrio che non sappiamo che farcene delle briciole del suo Piano del Ferro vergognosamente antimeridionale, che prevede appena 100 milioni alla Calabria su 9 Miliardi di Euro di investimenti, vada a dirgli che se può permettersi di firmare un accordo con Zaia in Veneto per 1 Miliardo di Euro, per il potenziamento della ferrovia delle Dolomiti, dovrebbe fare molto di più per le regioni del Sud, evitando lo squallido gioco dei due pesi e due misure. Vada a dirgli, inoltre, che non ci accontenteremo certo di surrogati di alta velocità. Vada a dirgli, infine, che noi vogliamo treni dignitosi a media e lunga percorrenza, da Reggio Calabria, dalla Locride, da Crotone, da Sibari, verso la Puglia, la Sicilia, il Nord Italia perché siamo cittadini europei anche noi e anche noi paghiamo le tasse. Se poi non ha l’autorevolezza per farlo, ha due alternative: scenda in piazza con noi o si dimetta. Lanciamo un appello ai sindaci della fascia ionica e ai sindacati del TPL: “qui nessuno si salva da solo”.
Antonio Gorgoglione (Presidente Prov.le Rifondazione Comunista)