La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Un grande pensatore del pensiero e della filosofia ha sintetizzato così, in questa frase, dal sapore molto acidulo e amaro, quella constatazione del male che si riverbera nel tempo in quello che è già stato. Nulla più nulla meno di quello che accade oggi alle sorti della nostra città,
per opera sempre, anche qui più o meno, delle stesse persone, che sono sempre quelle che hanno fatto il bello e il brutto tempo, da diverse postazioni e differenti ruoli, più o meno diretti, più o meno attivi o passivi a secondo della situazione e del periodo storico che si prende in considerazione del ultimi vent’anni e poco più.
E così oggi i nostri concittadini si ritrovano a pagare le superficialità degli stessi amministratori di oggi e di ieri, più o meno sono sempre le stesse persone, che hanno consolidato nel tempo, parlando bene ma agendo in maniera divergente e non consequenziale allo stesso, condotte politiche egoistiche, superficiali, miope, ciniche e pressapochiste. E i risultati sono quelli presenti sul territorio (che ha le sembianze di un paese del Terzo Mondo e senza nulla togliere a questi) visibili agli occhi di tutti.
Ieri, ma proprio ieri nel senso fisico del termine c’era una compagine politica più o meno di centrodestra che ha condotto e consegnato il nostro paese alla brutalità della vergogna, dello scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose, dissanguato dal punto di vista finanziario. E la responsabilità di tutto questo non può che non essere di quelle persone, più o meno le stesse, che hanno amministrato con costanza il Comune. Certamente tutto questo non puo’ essere addebitabile a quegli amministratori che hanno amministrato la città ,negli ultimi vent’anni e poco più, per solo cinque anni.
Ma a parte questa considerazione che si mostra da sè con tutta la evidenza del mondo, in questi giorni siamo arrivati all’affermazione dell’inverosimile. E con questo mi riferisco al clientelismo (già denunciato in maniera soft dagli organi di stampa e da qualche partito) che in questi giorni, in queste settimane e mesi passati si sta affermando nelle logiche amministrative di questa compagine politica.
In molti, tra gli osservatori, per esempio fanno notare che questo mudus operandi del sindaco di assegnare incarichi esterni senza un criterio di selezione (concorsuale) è un ‘fare’ poco virtuoso, poco trasparente, poco giusto. Poiché, per esempio, come nel caso degli incarichi dirigenziali si dovrebbe tenere conto delle graduatorie concorsuali già esistenti. Ma visto che, stando a quanto si è appreso dagli organi di stampa, di tutta questa faccenda è stata interessata la magistratura sarà compito proprio di quest’ultima porre chiarezza, trasparenza e giustizia.
Nel frattempo sempre sul Blog abbiamo appreso della notizia che l’incarico dirigenziale e apicale del settore Urbanistico del Comune è stato affidato dal sindaco all’architetto Montera, il quale aveva già un contratto di lavoro a tempo determinato con lo stesso ente. Molte polemiche pure qui sono sorte da più parti, ma il sindaco non ha voluto sentire ragioni e ha inteso andare avanti nella sua intenzione.
Non voglio entrare nel merito della prassi di attribuzione dell’incarico conferito allo stesso professionista. Ma, questo, non impedisce di fare una riflessione sulla opportunità politica di questa scelta, e questo a prescindere dal discorso fatto sopra, relativo al criterio di selezione.
Secondo me, e lo dico da semplice cittadino comune, figlio del popolo e quindi uno dei tanti, questa amministrazione doveva approcciarsi alle proprie responsabilità politiche con un altro modo di fare, volto semmai non a dare continuità al passato ma innovare il presente e segnare dunque una discontinuità, politica oltre che temporale, proprio con quel modus che ha finito per consegnare il nostro paese alla vergogna della storia e alla storia impoverita che ha ridotto il nostro territorio a brandelli.
Questo è il punto. Sono i gesti, i simboli, le piccole scelte che contraddistinguono un nuovo modo di pensare e di agire, e che aiutano a consolidare le buone prassi civili e politiche. Spiace dire che anche qui, su questo specifico punto, il sindaco Geraci ha deluso.
E allora, se in questo Paese ancora ci sono persone che sentono di mettersi in gioco per il destino di questa città e per costruire il futuro dei nostri figli, e credo che sono in tanti ad avvertire questo “calore” verso la nostra Comunità, occorre – a prescindere dal proprio colore politico – unirsi, ritrovarsi a discutere del presente e del futuro di Corigliano, per confrontarsi, per scambiarsi idee, pensieri per uscire dalla padule – che cela molte verità e altrettante colpe – per sospingere questa Comunità a riappropriarsi del proprio destino che ahimè ancora oggi , anche se in modi differenti, viene appesantito e negativamente stravolto.