La decenza, in questa classe dirigente che regge le sorti della nostra Città, è qualcosa di sconosciuto, oserei dire di ignoto. E con questo mi riferisco all’ atteggiamento populistico e demagogico, volto alla mera propaganda elettorale (tra circa un mese ci saranno le elezioni europee, e il NuovoCentro Destra, il partito di Angelino Alfano e del Governatore Calabrese, al quale nelle settimane scorse il sindaco Geraci ha aderito, per cui è un test elettorale importante non solo per lo stesso partito, ma anche per questa Amministrazione comunale), del quale l’Onorevole Giuseppe Geraci, nello scorso fine settimana, si è reso protagonista con i suoi soliti comizi infarciti di vittimismo e di attacchi all’opposizione.
Corigliano se si trova nelle pessime condizioni, e mi riferisco a tutti i disservizi che i coriglianesi ogni giorno vivono e sopportano sulla propria pelle, compreso il magone di vedere calpestata la dignità del paese in cui vivono, certamente la colpa e di chi l’ha amministrata in questi anni.
Ricordo all’auto-referenziale maggioranza e all’auto-celebrativo Geraci, qualora se ne fosse dimenticato, e a quanto pare mi sembra pro proprio di sì, che lui è stato Deputato della Repubblica (e non solo non ha prodotto nulla per questo territorio (sic!), quanto sappiamo che è stato in quella Legislatura il Parlamentare più assente) ed è stato sindaco di Corigliano per due mandati consecutivi dando la stura al circolo vizioso dell’impoverimento morale ed economico del Bilancio del Comune e della Città.
I contenziosi, i crediti non riscossi, il buco nero nei conti pubblici di Corigliano, questa è la verità che non è di nessun colore politico se non della pura storia iniziano proprio da lì. Questo è un dato incontrovertibile, sancito dalle carte, dai fatti, dai dati ufficiali.
Da qui ecco l’indecenza del “tono” politico dell’ On. Giuseppe Geraci assunto in quella desolata piazza, altro che bagno di folla (come recita il loro comunicato stampa… e avete visto chi c’era in piazza?!).
Si continua a fare del male a questa città, ad impoverirla sempre di più. Si continua a predicare bene e razzolare male, e nelle stanze del comune tutto è fatto con una logica ben precisa, quella che ha come bussola la mera gestione del potere, o se preferite lo squallido esercizio del populismo.
In questa città esistono figli e figliastri, in questa città si pensa che basta alzare il tono della voce, in questa città qualcuno è convinto che basta proferire un principio accettabile e condivisibile a livello ideale, dargli sostegno con un’effimera parvenza di giustizia, ma che in realtà è solo di facciata, per dimostrare il proprio valore politico e amministrativo.
Fa male assistere a tutto questo. E la cosa più brutta è che i cittadini sono consapevoli di tutto questo, di tutto questo sono stufi, stufi fin tanto da sembrarne rassegnati. Ecco questa città vive tra due fuochi: da una parte l’ ipocrisia di chi si erge a paladino del perbenismo di facciata, dall’altro la rassegnazione che genera la negazione di ogni slancio vitale, di ogni entusiasmo.
Allora, da qui il mio invito, ai cittadini ma, soprattutto al ceto sociale più alto, quello che detiene il potere della cultura, alle associazioni, ai giornalisti (a proposito mi fanno ribrezzo quei corrispondenti locali, a dire il vero solo uno o due, che si sono asserviti al potere di qualche potentato locale, e che, influenzati da ciò, non fanno giornalismo ma pubblicano, se pur in maniera “sottile” dei panegirici per questa Amministrazione comunale, ma anche questo è un male antico di questo paese) di impegnarsi a creare un fermento culturale, un sentimento critico nella cittadinanza, quello stesso sentimento che può sospingerli fuori da questa rassegnazione che dimostrano, ormai, come male congenito. Non è così. Al male non bisogna rassegnarsi, altrimenti gli si da ancora più vigore, ma bisogna contrapporsi con la parola e con la verità.
Egregio Onorevole Geraci, egregio sig. Sindaco, lei non profitti, politicamente parlando, del momento di debolezza che, Corigliano, sta vivendo sia sul piano politico, quanto sul piano culturale, tanto sul piano sociale. E’ vero che dall’altra parte manca un leader, come lo è stato Algieri, o De Rosis, nel passato al quale si possa fare riferimento. Ma questo non vuol dire che Lei può permettersi di fare quello che sta facendo. La Città non lo merita.