«State attenti perché gli eroi hanno vita breve». Il contenuto della lettera minatoria ritrovata sotto la porta di ingresso dell’autoparco comunale non lascia molti dubbi. Bersagli della missiva, scritta a mano, sono un assessore comunale, un dipendente e un dirigente del settore Manutenzione. “Segui i soldi” è una vecchia regola valida per ogni occasione.
Qui i soldi sono tanti e conducono alla gestione di una serie di servizi dove si concentra una percentuale di guadagno che supera i cinque milioni di euro. Il settore Manutenzione potrebbe fare gola a molti, soprattutto a personaggi legati alla criminalità organizzata. Questo messaggio potrebbe essere stato partorito da chi vuole che i propri affari non vengano turbati da presenze scomode. Da qui, probabilmente, si intuisce il perché del riferimento alla parola “eroi” presente nella lettera minatoria. Essere “eroi” nel gergo di chi vuole intimidire è una parola in grado di mettere paura a chi compie il proprio dovere. La missiva non è stata nemmeno recapitata per posta. Si tratta di un particolare inquietante nell’intera vicenda. Chi ha nascosto sotto la porta dell’autoparco la lettera ha voluto dimostrare di non avere alcun timore e, soprattutto, di infischiarsene delle telecamere presenti nella struttura. Le registrazioni sono già in possesso degli inquirenti che ne stanno visionando il contenuto. Sull’episodio è stata presentata regolare denuncia presso la stazione locale dei carabinieri. Il sindaco è a conoscenza
di quanto accaduto ma non ha mai fatto menzione di questo ennesimo episodio controverso della storia politica ausonica. Il primo cittadino forse vuole tenere bassi i riflettori su una storia dai contorni molto oscuri e di difficile lettura. Certo, il fatto che la lettera minatoria sia stata recapitata pochi mesi dopo il suo insediamento, potrebbe aver un significato preciso: il primo cittadino conosce bene le insidie di questo settore e sta cercando di combattere e arginare presenze pericolose. Che il settore Manutenzione sia un comparto “chiacchierato” del Comune è cosa risaputa. Uno dei motivi dello scioglimento del consiglio comunale per mafia fu proprio la presenza di appalti non proprio limpidi nel comparto stesso. C’è da dire che intimidazioni e minacce ancora più gravi contro amministratori e dipendenti non mancarono nemmeno durante il periodo in cui Pasqualina Straface sedeva sulla poltrona di primo cittadino. Segno che il settore Manutenzione era e rimane una zona grigia dove chi agisce nell’illegalità vuole fare affari. Intanto, i commissari che hanno gestito l’ente fino a poco tempo fa sono riusciti a fare pulizia all’interno della macchina comunale? L’interrogativo resta ancora in piedi. La lettera minatoria fa la sua comparsa in un periodo di relativa tranquillità in cui la criminalità organizzata sembrava avesse allentato la sua morsa sulla gestione dei lavori pubblici.
Fonte L’Ora della Calabria – Alfonso Bombini