Le condizioni finanziarie del nostro Comune sono sempre più drammatiche. Questa consapevolezza noi l’abbiamo espressa in campagna elettorale e, per questo, fin dall’insediamento del Consiglio Comunale abbiamo manifestato la nostra disponibilità ad un progetto di rinascita della città.
Abbiamo proposto una sessione straordinaria del Consiglio Comunale sullo stato finanziario-patrimoniale della città ed una commissione tecnico-politica che da subito affrontasse tali questioni.
Siamo stati derisi senza che nulla venisse fatto, anzi, ci è stato risposto che Sindaco e Assessori erano già a lavoro.
Che la condizione economico-finanziaria del Comune fosse vicino al collasso lo si evince da atti e dichiarazioni pubbliche e, chi come il Sindaco, che ricopre ruoli amministrativi da ormai un trentennio, dovrebbe essere il primo ad avere contezza della gravità.
Assistiamo, invece, ad un approccio da disincantati da parte del Sindaco, della giunta e della maggioranza.
Il Comune di Corigliano rischia il fallimento.
Limiti strutturali che combinati alla riforma della finanza locale, negli anni da finanza trasferita, è diventata sempre più finanza autonoma; a ciò si aggiungono i tagli e le riforme in corso.
Tale processo ha trovato il nostro Comune impreparato ad una politica tributaria equa e rigorosa.
Per anni è andata avanti una gestione di uscite certe e di entrate incerte.
Ora siamo vicini al baratro.
Riteniamo inadeguata l’azione svolta in questi primi mesi dall’amministrazione comunale.
Ancora oggi non si ha un dato certo della massa debitoria del Comune. Troppi numeri ballano e dai corridoi del palazzo vengono ipotesi da far venire i brividi.
Ma veniamo ai fatti di questi giorni.
La sezione regionale della Corte dei Conti, ai sensi della normativa vigente, svolge funzioni di controllo sulla finanza locale. Sui bilanci degli ultimi anni della città di Corigliano ha sistematicamente chiesto chiarimenti e deliberato prescrizioni.
Con nota del 4 settembre ha chiesto al Sindaco di Corigliano chiarimenti da trasmettere entro 15 gg. sul rendiconto di gestione 2011.
Con nota del 27 settembre il Sindaco ha trasmesso i chiarimenti alla Corte dei Conti.
Con delibera n.133 il 09/10/2013 la giunta comunale ha approvato il predissesto.
In data 10 ottobre si è tenuta presso la Corte dei Conti l’udienza a cui è stato invitato il Sindaco per pronunciarsi sul rendiconto 2011.
Basta la cronologia sopra indicata per indicare il continuo ritardo di questa amministrazione così come è stato per le linee programmatiche ma, ancor più, i contenuti negli atti per ricavarne l’assoluta approssimazione tenuta dal Governo della città.
Ora si attendono le prescrizioni della Corte dei Conti.
L’approccio dell’amministrazione comunale è stato assolutamente inadeguato.
Perché non si è attivato nei modi e nei tempi utili la procedura di predissesto?
Cosa è cambiato dal 27/09 (data delle controdeduzioni) al 9/10 (delibera di predissesto)?
Ora c’è il rischio che addirittura non si possa più attivare la procedura di predissesto che sarebbe di gran lunga meno traumatica del dissesto.
Non è un gioco di parole, siamo in presenza di una differenza abissale che vedrebbe scaricati sui cittadini oneri per servizi raddoppiati, triplicati, quintuplicati rispetto ai costi attuali.
Tutto ciò ha una responsabilità esclusiva del Sindaco, della giunta e della sua maggioranza.
Nessuna confusione di ruoli.
Noi siamo pronti ad un approccio responsabile nella chiarezza e per il solo bene della città.
Corigliano Bene Comune PD PSI SEL
Corigliano Cal. 12/10/2013