L’arrivo degli immigrati in Italia dura da diversi anni e la leggeBossi-Fini che ha provato malamente a governare i famosi flussi è la prova evidente che neanche un approccio di chiusura ha potuto frenare questo fenomeno epocale. Fenomeno che va al di là delle nostre possibilità, assume dimensioni umanitarie e come tale dovrebbe essere gestito dall’Europa e delle Nazioni Unite. Invece l’Italia viene lasciata sola a gestire questa enorme emergenza e fa comodo agli stati dell’Europa richiamarsi agli accordi di Dublino: i migranti devono restare nello stato dove sbarcano.
E’ risaputo che queste persone vengono in Italia con lo scopo di andare nel nord Europa. La nostra città in quanto area portuale, individuata da tempo a fungere da porto di sbarco (non poteva essere altrimenti), tra tanti difetti e limiti fa del suo meglio nella gestione dei migranti soprattutto per quanto riguarda i minori non accompagnati. Certo tanto ci sarebbe da dire su come migliorare attività ed iniziative da parte dell’amministrazione comunale spesso distratta ed approssimativa, ma non possiamo non sottolineare che come l’Italia è stata lasciata sola in Europa, Corigliano non ha ricevuto alcuno significativo aiuto dai comuni del territorio, se si fa eccezione per Cassano che nell’ultimo sbarco ha accolto 140 ragazzi. In tutto questo la decisione del Governo per un Hotspot da istituire nel nostro porto non può rappresentare per nessuno il pretesto per alzare muri inutili e barricate razziste. Gli hotspot non sono altro che uno strumento per rendere efficace l’attività di accoglienza che già si svolge nel nostro porto nella fase di sbarco di queste persone, con lo scopo di permettere la identificazione e l’accertamento dei motivi per cui si trovano in Italia e procedere poi alla redistribuzione sul territorio nazionale. L’hotspot quindi rende solo più efficace e può migliorare la gestione anche sanitaria nei giorni successivi dei minori non accompagnati, che spesso è un problema per le strutture che li ospitano. Condividiamo la posizione del Governo nel tenere alto il livello di confronto con l’Europa per dividere lo sforzo tra tutti i suoni paesi e limitare gli arrivi contrastando i mercanti di esseri umani e gli scafisti e promuovendo interventi e politiche di aiuto nei paesi di origine. Non puó reggere all’infinito questo esodo continuo! Speculare sul fenomeno, però, alimentando paure e incertezze è populismo, ormai di moda, portato avanti da movimenti e partiti di destra che ci riportano al ventennio della prima metà del novecento, abbiamo visto poi le conseguenze. Un populismo che non aiuta e né propone ricette per la soluzione del fenomeno, oltre a quello dei muri e o dell’abbandono in mare. Non sono i migranti che creano disoccupazione, lavoro nero, mala sanità, cattiva politica, illegalità, disuguaglianze, cattivo uso del territorio e depauperamento istituzionale ed amministrativo. Problemi atavici che, purtroppo, affliggono il territorio da decenni. Una classe dirigente politica seria, invece di alimentare paure con disinformazione, dovrebbe porsi come classe dirigente capace di governare o cercare di governare i processi sociali, per quanto complessi possano essere. Dobbiamo pretendere per la questione dei migranti scelte territoriali che non lascino sola la nostra città con il coinvolgimento di tutto il territorio necessario per una più equa gestione del fenomeno. La nostra città è chiamata alla solidarietà istituzionale, l’umanità delle persone e delle famiglie è lasciata alla propria coscienza ma va incanalata nell’azione ordinata e solidale di una intera comunità e delle sue istituzioni. Lasciamo i populisti che alimentano allarmismi e paure nell’oblio della pochezza politica e nella loro incapacità di governare e confidiamo nell’isolamento dei coriglianesi verso le loro aberranti idee.
Corigliano, 20/07/2017
Partito Democratico
Circolo di Corigliano Scalo