Chi salira’ sul carro del vincitore? E’ necessario un nome nuovo e capace alla guida del PD locale che gli dia dignita’ e rinnovamento.
Dopo che buona parte dei cosiddetti “veterani”del PD locale hanno sostenuto strenuamente Bersani alle ultime primarie e dopo aver tappezzato la città di manifesti : Con Bersani il sud prima di tutto, la nomenklatura o per meglio dire lo sparuto gruppo che rimane del PD locale, residuo del loro chiudersi a riccio rifiutando il confronto e come non bastasse pronti a dimenticare la pesante sconfitta alle ultime amministrative, sono già pronti a rimettersi in gioco, a riciclarsi per salire sul carro del vincitore ”,
gli ex avversari di Renzi adesso aderiranno alle idee di Renzi, ”prodotto del vivaio democristiano”, si riconosceranno nella parte del moderato per poi, dopo le primarie assistere nuovamente alle solite schermaglie, alle solite e mai sopite diatribe interne, protagonisti i soliti nomi, quei nomi che consapevolmente hanno relegato il PD al ruolo di semplice comparsa. Non contenti di avere azzerato in termini di forza elettorale il consenso che la sinistra esprimeva e di cui giustamente ne era orgogliosa, si sono spinti più in là, hanno ridotto il PD a brillare al pari di un lumicino di una candela spenta, questo quadro con contorni oscuri e da definire bene, porta la firma di: Pacenza, Genova, Zangaro, Caravetta, del Segretario uscente, di alcuni esponenti della locale sezione del centro storico e di riflesso la scarsa caparbietà dei partiti alleati alle elezioni amministrative. Mi rincresce dire che, a differenza dei residuati bellici del PSI ridotti a contarsi sulle dita di una mano, SEL, e lo grido ad alta voce, poteva aspirare a ben altra sorte se avesse intrapreso e percorso la strada del confronto, prima di tutto con le forze che si richiamano alla sinistra storica, io credo che sicuramente avrebbe recitato un ruolo rilevante e non subalterno al PD. Comunque si può sempre ripartire per evitare l’estinzione politica, certamente non lo si può fare con le stesse persone che hanno perso le elezioni che, lo ripeto, dovevano essere vinte solo se a questo appuntamento si fosse giunti uniti. Ed ora c’è qualcuno all’interno del PD che può tenere a bada quei ”compagni” legati da un patto di sangue e che coalizzano le loro forze in prossimità di congressi, primarie e nomine per le candidature? C’è qualcun’altro disposto a spendersi per il bene del partito in occasione della elezione per la nomina del segretario, un segretario che possa attrarre su di se tutto il partito, a differenza dell’ultimo, frutto di compromessi e votato dal 40% del partito, distintosi per non aver capito il significato reale di super partes, incapace di fare da collante tra le diverse anime del partito ma bravo a rifiutare pregiudizialmente il confronto con quelle realtà che avevano espresso per tempo apertamente la loro disponibilità.
Chi potrà rappresentare il nuovo ? Chi potrà togliere il Pd dal ricatto di quelle persone che fino all’altro ieri ne hanno decretato la scomparsa dallo scenario politico ? E’ possibile che non c’è nessuno che possa mettere la parola fine a tutte quelle disuguaglianze ed quelle persone che considerano il partito come proprietà privata e che hanno fatto arretrare la sinistra a Corigliano ai minimi storici assoggettandola ai propri interessi ?
Una proposta vorrei avanzarla, anche se, ne sono certo, mi attirerò le contumelie e le antipatie di tutti come sempre: io vedrei bene a capo del Pd locale il dott. Giovanni Spezzano, attuale consigliere comunale eletto con un considerevole consenso elettorale (300 preferenze), che è riuscito a piazzarsi davanti ai tanti big del Pd, persino davanti all’ex segretario. Il problema è che per guidare il partito bisogna affrontare le priorità non più procrastinabili è per questo ci vogliono capacità, doti ed attributi che tengano a bada le tante teste calde, un Pd pregiudizialmente e politicamente anti Berlusconi. C’è bisogno di un politico capace di aggregare e se occorre mettere in atto epurazioni mirate al rinnovamento, allo svecchiamento e lotta alle ingiustizie, capacità dedite al dialogo con tutti ”Movimenti, associazioni, mondo imprenditoriale” in previsione di una sinistra unita, moderata, attenta alla difesa dei lavoratori, alla pressione fiscale, ed in particolare alle vicende e problemi del governo della città. Infine credo che i Coriglianesi strutturalmente sono deboli e vulnerabili, hanno sempre dato la loro fiducia a politici che dopo li hanno portati alla rovina, i risultati sono evidenti ed è inutile piangersi addosso, per questo la cosa migliore è mandare tutti a quel paese, per questo e per tanti altri motivi il Movimento, con i suoi quattro gatti, ha deciso di non volere continuare a recitare la parte di don Chisciotte, poiché si è convinti che è cosa inutile combattere la diffusa ipocrisia, l’illegalità e l’indifferenza imperante di tutti compresa la politica. Vale la pena continuare a dare perle ai maiali?
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.
Corigliano Calabro 12.09.2013