Basta. Non se ne può davvero più!! Ogni giorno e tutti i giorni è sempre il solito refrain: Geraci ha fatto il “patto” con Giovanni Dima, dietro a Geraci c’è Dima, Geraci è il diavolo e tutti gli altri sono santi! Ma veramente possiamo stare dietro queste cose, possiamo inseguire l’insinuazione, possiamo stare qui a riflettere sul “si dice”, possiamo crocefiggere la città “in nome” dell’indiscrezione, o, ancora peggio, della “delirante”, astiosa, semplicistica, oserei dire infantile azione politica mossa da qualche miserevole personaggio che non ha nulla da esprimere se non la mera invettiva, l’ennesima calunnia e sempre, e solo, e solamente, e unicamente nei confronti del dott. Giuseppe Geraci.
Questa città sta soffrendo ormai da anni, sia sul piano politico-amministrativo sia sul piano etico-sociale sta vivendo da tempo momenti terribili: i più tragici della sua “esistenza”; i più frustanti per ogni buon cittadino degno di tale status. E noi stiamo qui a rincorrere il pettegolezzo, l’indiscrezione, l’elucubrazione ir-realistica, in-vera, in-collocabile, in-politica, in-civile, e cioè lontana da ogni “semantica” che ritrovi nell’interesse della città il suo vero significato.
Non è possibile che in ogni tornata elettorale, artatamente, si alzano dei polveroni, finalizzati solo a disorientare l’elettorato, attorno a Giuseppe Geraci.
Perché, ogni volta che Geraci si candida a sindaco, succede sempre, sempre e poi sempre, tutto questo, ovvero che la critica sterile, la propaganda spicciola, diffamante e infangante, con la quale si cerca di colpire il suo nome e la sua credibilità politica, prende vigliaccamente forma?
Ovviamente non lo chiedo ai maldestri, spregiudicati, autori protagonisti di queste malefiche condotte, ma lo chiedo a voi cittadini: perché, secondo voi, ci sono delle persone che contro Geraci, in ogni, qualsiasi momento elettorale in cui la Città è chiamata a fare una scelta importante, succede questo?
Io, da tempo, mi sono fatto un’idea al riguardo, e cioè succede tutto questo perché c’è un manipolo di persone, più o meno “potenti”, che hanno paura che egli possa andare a fare il sindaco della città. Perché molte cose egli non le permetterebbe, molte cose realmente cambierebbero, molti interessi particolari sarebbero banditi. E poi, ancora, c’è chi ha paura che una sua elezione a sindaco significhi vederlo occupare lo scenario politico per molti anni, convinti e consapevoli del fatto che, questi, svolgerebbe il mandato con grandi risultati politico-amministrativi per la città.
E quindi tutto ciò, per questi politici-politicanti che aspirano alla carica senza nessun sussurro che si rifaccia alla coscienza civile, senza avere nessuna contezza su ciò che significa amministrare, Geraci diventa un nemico da abbattere, da screditare, da fermare a tutti i costi. E questo lo si fa, sempre, cercando di utilizzare l’arma dell’invettiva, della mistificazione, del mero pettegolezzo, di quel velenoso attacco che mira, non a sconfiggere il suo progetto politico ma a renderlo poco credibile agli occhi dei propri concittadini.
Il 2009, se ricordate, si diceva che era sceso in campo, candidandosi a sindaco con quattro liste civiche perché invidioso della candidatura del candidato a sindaco Straface, e poi, ancora, se ne dissero tante altre sul suo conto senza farsi mancare neanche in quell’occasione la turpitudine delle bugie, dei vili attacchi verso la sua persona, sempre finalizzati a minare la sua credibilità. Poi, in quel particolare momento storico, in quel contesto politico (anticipando, per altro, ciò che più tardi avvenne a livello nazionale con il governo di “concordia nazionale” a “guida” Letta, varato (voluto) dal “Presidente”), fece l’accordo politico, alla luce del sole, con il centrosinistra e Aldo Algieri e i soliti “ignoti”, fomentando le polemiche e la massa, gridarono allo scandalo. Poi è andata a finire come andata a finire; e forse, se le amministrative 2009 avrebbe sancito altri risultati elettorali, la storia sarebbe andata in altro modo e magari, oggi, staremmo qui a parlare di altre questioni.
Il 2013, cioè oggi, Giuseppe Geraci lo si attacca perché avrebbe fatto un “patto segreto”; un’alleanza col diavolo, nella fattispecie Giovanni Dima. Ma per favore!!
Giuseppe Geraci ha una storia personale e politica limpida, lineare, che definirla cristallina è poco, perché persone “pulite”, politici dalle mani “pulite”, come sono sempre rimaste le sue, in politica ce ne sono sempre di meno.
L’ex sindaco Geraci, negli anni in cui ha fatto il sindaco, uno dei primi atti che fece da Sindaco, e lo ricordo a chi non conosce o fa finta di non conoscerne la storia, fu quello di costituirsi “parte civile” in un processo di mafia in nome dell’onestà e dell’onorabilità della Città, ponendosi come esempio per tutti gli altri comuni d’Italia (avete letto bene, tra tutti i comuni d’Italia Corigliano fu il primo a farlo). Questi sono fatti, questa è storia! Altro che patti “oscuri” di cui qualcuno parla!
E allora qual è il problema di cui oggi, qualcuno, in malafede, parla: magari che Geraci ha avuto la forza, il carisma, umano e politico, di aggregare attorno al suo progetto politico, alla sua idea di città, alla sua persona cinque liste, e un gran numero di persone (uomini, donne, giovani, studenti, operai, artigiani, professionisti, etc.) che sente nel proprio animo di dare il proprio contributo, ideale e reale, alla “causa”? o, forse, dà fastidio che si è presentato come candidato a Sindaco? o, ancora peggio, dà fastidio che attorno a lui, nei suoi comizi, nelle sue manifestazioni elettorali, negli incontri che tiene nelle piazze, tra la gente, è accolto sempre con calore e grande entusiasmo?
Forse è questo il problema! Anzi, è questo il vero problema. Si parla di patti, di alleanze, di inciuci, di immoralità politica, d’incoerenza, e chi più ne ha e più ne metta perché, i soliti politici-politicanti, i soliti “aristocratici da salotto”, oltre all’invettiva e al perseguimento della propria carriera non sanno andare. E così hanno paura che “questa” forza di Geraci, che gli viene tributata direttamente dal Popolo, possa tramutarsi, come personalmente credo che sarà, in un forte consenso, largo, finanche smisurato che gli permetterà di essere eletto sindaco e questo, forse, già dal primo turno elettorale, cioè senza il “consueto” ballottaggio.
Il “fenomeno” Geraci non è però un fenomeno elettorale generato dall’attimo, creatura dell’ultimo minuto, ma è figlio del tempo: e qualcosa che viene da lontano, a partire da quel lontano 1993, quando allora divenne sindaco della città e mise in campo un’azione politica puntuale, lungimirante, concreta, efficace che diede alla Città uno slancio di vitalità di grande portata storica, cogliibile ancora oggi. In quegli anni furono realizzate tante opere pubbliche, furono concepiti tanti progetti che non avevano nulla di demagogico, nulla d’illusorio, nulla di propagandistico. Il Comune fu rivoltato come un calzino, gli impiegati si sentirono parte integrante di un progetto, il Palazzo si aprì, i cittadini sapevano, dove trovare il sindaco (sempre presente sul territorio); i coriglianesi potevano finalmente rivolgersi al Sindaco per parlargli, esprimergli un’istanza, una problematica, un problema che affliggeva il proprio quartiere, la propria frazione, il proprio rione, questa o quella situazione che secondo loro andava risolta.
E allora ecco l’entusiasmo che, ancora oggi, Geraci riesce a generare tra la popolazione, tra le diverse generazioni, e questo a prescindere dal genere o dallo strato sociale di appartenenza, di quella folta piazza che lo acclama. Il mistero di “questo” successo, vedete, non sta nel “patto”, nel segreto “accordo”, nell’alleanza concepita in qualche strana stanza oscura del potere, ma sta nell’amore e nella passione che egli ha sempre messo, mostrato, praticato (e che lo anima anche quando nelle discussioni private si parla di Corigliano, lo posso testimoniare di persona) nei confronti della sua Città, della sua Terra, del suo Popolo, della sua Gente.
In quegli anni, in cui fece il sindaco, lasciò un segno tangibile di ciò, recuperando tanti monumenti fino allora consegnati al degrado, rilanciando, con la realizzazione di tanti interventi strutturali, il territorio. Il “suo” è un modello amministrativo già sperimentato: che ha funzionato e ha dimostrato, nel tempo, di essere l’unico valido e produttivo di un buongoverno, di un’Amministrazione virtuosa, capace di mettersi effettivamente in sintonia con le esigenze del territorio e della città.
E allora oggi sarebbe da pazzi andare dietro le chiacchiere, dietro il pettegolezzo, dietro le demenziali speculazioni di alcuni, nostri, politici-politicanti, che vorrebbero screditare, come l’hanno già fatto ieri, il sindaco Geraci (non ho sbagliato, ho detto volutamente il sindaco, perché non intravedo altri possibili sindaci all’orizzonte che possano offrire l’opera amministrativa, in quanto a “sapienza-esperienza”, che solo lui può dare alla Città). E chi vi dice queste cose, il sottoscritto, non lo fa per raggiungere uno scopo personale, non lo fa per incoronare un’ambizione personale, e chi mi conosce questo lo sa bene, come sa anche che sono imbrigliato su altre cose della mia vita, ma lo fa perché crede che Geraci è l’uomo giusto, quello che ha la giusta e necessaria conoscenza amministrativa, per fare il sindaco, per dare una guida autorevole alla Città di Corigliano.
Ecco: oggi, più di ieri e di sempre, il dott. Giuseppe Geraci è la persona giusta per fare il Sindaco e dare un nuovo sollievo a Corigliano, risollevandola dal dirupo in cui si ri-trova, risanandola dalle ferite infertegli dalla noncuranza, dal pressapochismo di chi l’ha amministrata fino adesso.
Vedete, è la persona che fa il Sindaco; in città ci conosciamo tutti, e tutti sappiamo il profilo e le potenzialità di ogni candidato a sindaco. E pensando a ciò, in riferimento alle polemiche del presunto “patto”, dico, senza tema di smentita: Geraci, per la Città, è la garanzia per la trasparenza, per una condotta etica, per il rispetto di ogni normativa che si rifà alla coscienza di una persona “perbene”, prima ancora che, di quella, stabilita dal Diritto.
Solo chi vuole “male” alla città, specialmente in questo momento storico, può dire il contrario.
Ermes