La Calabria e il Mezzogiorno suscitano sensazioni e percezioni contrastanti per chi ci nasce e ci cresce: l’alternarsi di idiosincrasie per la propria terra d’origine, per chi decide di andare via, e di struggenti nostalgie, per chi torna nonostante le cose non vadano come dovrebbero andare.
C’è chi decide di andare via per l’impossibilità di trovare un lavoro adeguato alle proprie attitudini, competenze e ambizioni, e chi invece ha voglia di evadere da una terra che, nonostante la sue peculiarità (e al contempo a causa delle stesse), spinge molti giovani a cercare nuovi approdi che permettano di allargare le proprie vedute.
Il 20 agosto scorso nella suggestiva cornice del Castello Ducale di Corigliano Calabro lo scrittore e blogger Giovanni B. Algieri, giovane autore calabrese di Corigliano Calabro, ha presentato «Forse non torno», romanzo a racconti che narra di giovani che hanno deciso di lasciare il Meridione alla volta di nuove terre e nuove promesse. Ho avuto il piacere di incontrare l’autore ed invitare lo stesso ad una riflessione sulla condizione di noi giovani meridionali.
Il suo libro narra di giovani che vanno via, è un valore essere nati al Sud e perché?
GBA: «Tendenzialmente credo che i giovani meridionali abbiano una marcia in più. Il motivo è semplice quanto fondamentale: gran parte di noi a diciotto anni vanno via di casa e di conseguenza maturano prima, imparano a gestire i piccoli sacrifici della quotidianità e acquisiscono un’indipendenza rara per quella giovane e delicata età. Ma questo comporta spesso un rischio, quello di precipitare nel campanilismo più totale e talvolta nella presunzione. Nascere e crescere nel Meridione aiuta a crescere prima, ma non meglio o peggio. Solo approcciandoci alla pari di chiunque altro possiamo far valere la nostra marcia in più.»
LINK (LEGGI TUTTO): http://www.pocketnews.eu/forse-non-torno-giovanni-b-algieri-ci-racconta-il-suo-sud/