Un’Amministrazione taciturna, silenziosa e inappropriata al proprio “ruolo” oltre a seminare malcontento in Città suscita i primi malumori “veri” anche nel Palazzo
E da qualche giorno, mese e settimana, a dire il vero già da qualche settimana che in Consiglio Comunale e nella politica locale in generale c’è una nota stonata, che produce un suono discordante rispetto al “sistema”, a tutto l’ambaradan politico fatto di tanti movimenti civici, di tanti gruppuscoli nati da questi, dei partiti tradizionali. Questa “nota” è rappresentata e suonata dall’instancabile e combattivo Commendatore Giorgio Aversente.
E già, il Commendatore che qualche hanno fa stancato di come questa città fosse stata ridotta e portata sul lastrico dal sistema politico e dai politici che l’hanno sempre sospinto e rappresentato nelle massime Istituzioni, avendo con la sua attività imprenditoriale svolta e affermata una vita di “successo, decise di impegnarsi politicamente, scendendo in campo.
Tante le idee lanciate, tanto il carisma dimostrato, molto il consenso riscontrato e riconosciutogli dai concittadini ma non fino al punto tale da incoronarlo come “traghettatore” della Città, non fino al punto tale che egli potesse perseguire quella linea di cambiamento e di rottura politica rispetto a quel passato, recente e non, che ha, di fatto, secondo molti ma soprattutto secondo lo stesso Giorgio Aversente, ostacolato, appesantito, infiacchito il naturale potenziale di crescita insito nel dna di questa città. E così anche alle ultime elezioni amministrative non c’è l’ha fatta a ottenere questa “forza”, elettorale, per proporre e perseguire questo cambiamento, risultando però eletto per la terza volta di fila come Consigliere comunale.
Inutile dire, giacché tutti lo sanno, che, anche in questa consiliatura dopo i tentativi e la volontà palesata dallo stesso Aversente di dialogare e collaborare col Sindaco Geraci e con l’Amministrazione che questi “guida” per contribuire a fare il “bene di Corigliano” si è visto costretto a posizionarsi all’opposizione netta, chiara e totale di questa compagine politica, al “modo” di come viene amministrata la Città.
E quindi non condividendo la staticità del sindaco e dei suoi assessori, non tollerando la chiusura politica e culturale di questa compagine politica si è visto costretto, come lo stesso ha più volte detto anche in Consiglio comunale, di appalesare e dimostrare tutta la sua delusione e disapprovazione per come il Comune viene tenuto in “ostaggio” (politico) da un gruppuscolo di politici-politicanti che, mutando e cambiando abilmente la propria “militanza” da partitica a movimentista (collocandosi sotto le mentite spoglie del “civismo”-liste-civiche) sono anni e anni che continuano a influenzarne scelte, determinazioni e la stessa Amministrazione della Città.
E per queste ragioni, il commendatore Aversente riscontrando sul “campo” questi “atteggiamenti” assunti da parte e del sindaco e della Maggioranza che lo sostiene, visto che il “modello” che vige nel Palazzo è lo stesso di quello che lo penalizza da almeno vent’anni ha deciso, in segno di disapprovazione verso questo maledetto e sciagurato andazzo politico, di non partecipare più ai lavori (tra l’altro sempre più sporadici) del Consiglio comunale.
Giusto o sbagliato che sia, condivisibile o meno quella di Aversente resta l’unica presa di posizione per marcare e dare ascolto a quel “grido di dolore” che viene dall’intera Città e che ha radici, ormai solide, nell’immobilismo e nel pressapochismo di questo Esecutivo-Geraci, che sta letteralmente mortificando il territorio e lo spirito di cittadinanza di questa Comunità.
Servirà l'”aventino” di Aversente a smuovere le acque sempre più stagnanti di questa compagine politica? Non lo sappiamo. Anzi non credo. Perché non basta una sola voce, fuori dal “coro” per determinare un cambiamento, per destare le coscienze di chi si ostina ad agire, silenziosamente e maledettamente, in proprio senza confronto e senza dialogare con la Città ed i suoi territori. Però può essere questo una “nota stonata” che può indurre qualcuno, che ne ha la facoltà, la voglia e anche la possibilità fattiva e istituzionale per dire: “Ragazzi, ma cosa state facendo?”, “Ragazzi, vi accorgete che con il vostro agire vi state collocando fuori dalla realtà?”, “Caro Sindaco ti accorgi che non basta più la falsa modestia né i comizi, mielati o roboanti che siano, per “governare” il malcontento che, piano piano, sta letteralmente esplodendo ogni giorno di più?