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Sfatiamo il detto che i coriglianesi si vendono “per un pugno di riso”

Posted on Gennaio 30, 2013 By Redazione

Un episodio che la dice tutta su quello che siamo. Anno 1964, candidato a Sindaco della città: l’avv. Luigi Passerini ”PCI” grande consenso attorno al partito e al personaggio come non si vedeva da decenni, questa volta davanti ad una folla immensa riunitasi in una gremita piazza San Francesco, il partito chiudeva la campagna elettorale sicuro della vittoria dopo un’era di clientelismo democristiano.

  Nello stesso orario, in una Piazza del popolo quasi deserta chiudeva la campagna elettorale per la DC. il candidato a Sindaco: l’avv. Giuseppe Servidio. I pronostici erano a favore della sinistra. Negli ultimi 3 giorni la DC, allora al governo del comune, ricorre ai suoi metodi clientelari, fa distribuire un chilo di pasta a famiglia, ricorrendo ai cosiddetti buoni “ECA”, tra l’altro pagati con i soldi del comune, e vince le elezioni.
Questa è storia vera purtroppo, e non ci fa onore sapere che a distanza di quasi 50 anni nulla è cambiato. I valori come: Legalità, morale, solidarietà, giustizia e attaccamento alla città sono stati svenduti. Come ieri, ancora oggi la storia continua, e non ci deve stupire che politici ingordi e famelici attuali, al pari dei loro predecessori si siano venduti al diavolo pur di governare la città, una occasione ghiotta da non perdere, non si sono fatti scrupoli, pur di vincere hanno perseguito pratiche anche illegali, la pacchia è durata due anni, lasciando poi la città in piena emergenza. Questo atto di irresponsabilità, attribuibile  oggi al centro destra coriglianese ha relegato la città agli ultimi posti in confronto ad altre realtà più virtuose, tale spietato affronto al territorio ed alla città oggi in atto costa alla comunità Coriglianese circa 15 mila euro lordi al mese, a tanto ammonterebbero gli stipendi dei tre commissari, e pensare che queste risorse economiche potevano essere destinate a cose serie: Rifare le strade, “oggi  simbolo della nostra arretratezza”, potenziare asili nido, affrontare la enorme evasione dei tributi comunali, inserire nell’agenda di governo iniziative a rompere quel muro di omertà che serpeggia in alcuni uffici, dotare la città di quei servizi degni di un vivere civile, iniziative rivolte ad incoraggiare investimenti nel nostro territorio e dunque posti di lavoro, invece ha vinto l’ingordigia, il volere fare male a tutti i costi, ha vinto la politica del tanto peggio tanto meglio. E la cosiddetta crema di Corigliano, quelli che affermano di essere nati signori, gli intellettuali, i professorini, i ricchi, gli imprenditori, i giovani acculturati cosa fanno oltre a criticare tutto e tutti a sproposito, come si raffrontano con la triste realtà coriglianese? Non importa a nessuno se davanti l’uscio di casa cumuli di spazzatura ci deliziano del loro fetore,” stiamo stilando iniziative al fine di diffidare il comune per interruzione di pubblico servizio, nessuno si indigna, nessuno si scandalizza per il sistema fognario indecente, i partiti, non affrontano come si deve il problema della tassa di depurazione che tante famiglie non servite sono costretti a pagare nel centro storico, nessuno, tanto meno la politica si preoccupa del come illegalmente veniamo spremuti da una pressione fiscale oramai insostenibile per la maggioranza delle famiglie. La politica non ha ricette serie e credibili, ne tanto meno ha interesse ad affrontare il tema della legalità e della cultura. Nessuno si indigna più per il marcio che si annida in alcuni uffici comunali, in particolare nel comparto dell’urbanistica, dove alcuni capi settori e maestranze varie si dilettano a remare contro gli interessi del comune per compiacere i loro padroni, siano essi politici, professionisti o tecnici, tutti remano allo sfascio. Cosa dobbiamo aspettare ancora per incazzarci. Al contrario, godiamo nel saperci sottomessi ad una classe politica vecchia e decrepita, ci rifiutiamo di voler credere che sono sempre i soliti, quelli di  40 anni fa e che purtroppo abbondano in tutti gli schieramenti politici. Gli perdoniamo tutto, anche il coraggio di ergersi spudoratamente a verginelle di primo pelo, accettiamo passivamente le loro malefatte e quello di aver relegato la città su una bomba ad orologeria che purtroppo tarda a scoppiare. Chi difende e fa valere i diritti di quelle migliaia di famiglie che in questi giorni sono destinatari di atti “poco chiari” da parte della Soget, che viene lasciata operare senza gli opportuni controlli da parte del comune. In un paese normale avrebbero preso forconi e bastoni e rincorso i colpevoli di queste vessazioni e del fallimento della città prendendoli a calci. Questa descrizione dei fatti a qualcuno può sembrare esagerata e speculare, qualcun’altro può darsi che non ci vede tutto questo pessimismo, purtroppo, questa è la realtà. Mi piacerebbe però che qualcuno, al di là delle critiche che accetto, incominciasse a discutere come si possa migliorare la condizione economica dei tanti giovani e delle tante famiglie coriglianesi che stentano a vivere, infine saremmo grati alla politica se incomincia seriamente a discutere e trovare ricette serie per valorizzare le tante ricchezze del nostro territorio. 

Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.

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