Non è candidato in alcuna lista di aspiranti consiglieri comunali, eppure vuol contribuire ugualmente alla costruzione della nuova Città di Corigliano Rossano. E di farlo da un punto di vista culturale, illustrando gradualmente la propria idea di comunità civile, pulita, ordinata, vivibile. Protagonista dell’interessante iniziativa è il giovane e stimato professionista Francesco Albamonte.
“Il progetto “Aree ambientaliste Corigliano Rossano” nasce dal desiderio di realizzare una comunità territoriale moderna, efficace, progredita ma dotata di una forte impronta naturalistica. Questa idea di fondo – spiega Albamonte – trova la sua ragione nel principio ispiratore “Più verde meno cemento!”. Il progetto si basa su quattro elementi: educazione civica, ambiente, politiche sociali, tutela degli animali. Da qui vanno a svilupparsi una serie di tematiche che, oltre a perseguire finalità di ordine generale, intendono creare sviluppo economico e territoriale. Fare della città di Corigliano Rossano l’ente capofila per una serie di iniziative socio-ambientali innovative viene ad essere, dunque, un importante corollario. Il punto di partenza è rappresentato dall’educazione civica. Non si può pensare ad una realtà territoriale per come intendiamo realizzarla senza che il cittadino sia in grado di tutelarla e, soprattutto, di rispettarla. Cittadino nella sua accezione più ampia ma con particolare riferimento ai bambini e ai giovani. Dunque, è opportuno realizzare una serie di incontri nelle scuole, a partire anche dalla scuola d’infanzia, passando poi per quella primaria e per quella secondaria di primo grado, con l’obiettivo di infondere la cultura del rispetto del territorio e della partecipazione ai servizi di pubblica utilità. Queste azioni devono poi coinvolgere anche le famiglie, dove si realizza il più importante processo educativo formativo della persona”.
Su questa base viene in rilievo il secondo aspetto del progetto: la tutela degli animali.
“Rifacendoci alla massima gandhiana “Il grado di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” – prosegue Albamonte – intendiamo realizzare una comunità in cui l’animale non è visto come una creatura secondaria. Istituire un “Ufficio per la protezione degli animali” presso l’ente municipale consentirebbe di attuare una tutela più specifica e diretta. Tale dipartimento lavorerebbe, quindi, in stretto contatto con le forze di polizia del territorio per intervenire prontamente in ordine alle segnalazioni. Il Comune dovrebbe, poi, costituirsi parte civile in tutti i processi per reati di maltrattamento contro gli animali. Su questa linea l’Ente dovrebbe anche vietare i circhi con animali selvatici, in quanto, riagganciandoci all’obiettivo educativo precedentemente esposto, è importante far capire ai bambini che tali specie hanno il sacrosanto diritto di vivere nel loro ambiente naturale, e che non possono essere utilizzate come fenomeni da baraccone. Da qui l’idea di realizzare su scala regionale un vero e proprio bioparco per i grandi animali. Questo consentirebbe ai tanti zoologi calabresi di poter lavorare senza andare fuori regione. In questa riserva, agevolmente realizzabile grazie al patrimonio naturalistico di cui gode la Calabria, potrebbe essere utile svolgere attività dirette alla tutela delle specie selvatiche in via d’estinzione. Infine bambini e famiglie potranno vedere e conoscere gli animali in condizioni meno spiacevoli rispetto a quelle in cui versano nei circhi, a tutto vantaggio dello sviluppo economico e dell’aumento occupazionale”.
Fabio Pistoia