Bene sta facendo l’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano nel mettere mano alla toponomastica cittadina, con l’obiettivo di rendere il doveroso tributo alla memoria di personalità che hanno dato lustro, con il loro vissuto, alla comunità natia.
In quest’ottica, si formula una proposta: intitolare una via della città alla figura e all’opera di un’indimenticabile figlia di questo territorio, la cui immagine è rimasta indelebile nelle menti e nei cuori di tanti: Marilena Amerise, giovane e brillante ricercatrice coriglianese, prematuramente scomparsa nel 2009 sotto il cielo di Roma.
Nata nella nostra Diocesi, ma chiamata da Dio ad offrire la sua attività di esperta e studiosa alla Chiesa universale, da molti anni Marilena era impegnata al servizio del Pontificio Consiglio per la Cultura, nel quale lavorava e per conto del quale aveva assunto il coordinamento dell’importante Progetto Stoq per il dialogo tra scienza e teologia.
Marilena è contemplata nell’elenco dei Dotti dell’Enciclopedia Costantiniana della Treccani. Solo questo dato, unitamente alla vasta bibliografia che ci ha lasciato e alle diffuse testimonianze, è il sintomo della sua eredità umana, morale e culturale
Queste le significative parole contenute in un messaggio scritto pochi giorni dopo la scomparsa di Marilena dall’allora Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, monsignor Santo Marcianò: “Le testimonianze di coloro che le sono cresciuti accanto e l’eco commossa che la sua prematura scomparsa ha suscitato mi hanno permesso di cogliere alcuni aspetti della sua personalità, in particolare quella delicata ed energica dedizione alla speciale opera di ricerca culturale che il Signore le aveva affidato. Sì, il Signore fa cose grandi attraverso la semplice dedizione al nostro compito quotidiano: un lavoro che siamo chiamati a compiere con entusiasmo e curiosità, tenacia e creatività. È, questo, un messaggio che Marilena ci lascia, quasi come piccola eredità. Ed è, questa, una luce che, pur nell’ora inspiegabile e dura del dolore e della morte, rimane accesa, soprattutto per i suoi cari che in una tale dedizione l’hanno educata e accompagnata”.
Il Rettore dell’Università Lateranense, in occasione del convegno dal titolo “A servizio della Cultura e della Ricerca: il contributo di Marilena Amerise”, ad un anno dalla sua scomparsa, disse, fra l’altro, nella sua relazione: “Marilena, nel disegno misterioso di Dio, è stata e continua ad essere un fiore che riempie di gioia il nostro cammino”.
Amici, colleghi, anche persone che non hanno avuto la possibilità di farne una diretta conoscenza, avvertono, dunque, l’esigenza di stringersi attorno alla famiglia per ricordare la figura e l’opera di Marilena. Figura e opera, in realtà, in questo lasso di tempo mai venute meno o tanto meno annebbiate dalla memoria collettiva, se è vero come è vero che in ambito locale, ma soprattutto nella Capitale, non sono mancate, e continuano tuttora a susseguirsi, iniziative in suo onore. Ovunque, attestati di stima e d’affetto che ancora oggi si rinnovano, in un abbraccio senza luogo e senza tempo nei confronti dei suoi genitori, stimati professionisti, ma soprattutto persone dotate di grande umanità e sensibilità. Ecco il perché di questa proposta: “Via Marilena Amerise”.
FABIO PISTOIA