Come se nulla fosse, in un torrido pomeriggio estivo, il sindaco Stasi dà notizia, in una nota, dell’avvenuto incontro con i colleghi primi cittadini dei Comuni di Cassano all’Ionio, Crosia e Calopezzati
per pervenire alla definizione del percorso d’adozione del Piano Strutturale Associato, annunciando, inoltre, una riunione a breve presso i competenti uffici della Regione Calabria. Ancora una volta, Stasi spicca per le ormai costanti caratteristiche del suo operato amministrativo: i ritardi e le lacune.
Partiamo dai ritardi. A dir poco atavici, poiché Stasi “dimentica” di rendere edotta la cittadinanza, guarda caso, che tale incontro fa seguito solo ad una serie di puntuali richiami, rimasti sempre lettera morta, formulati negli anni dai suddetti sindaci dei Comuni del territorio. Appelli inevasi, sempre caduti nel vuoto, e che oggi Stasi “raccoglie” solo a seguito del recente ultimatum degli stessi: proseguire da soli se il Comune di Corigliano-Rossano continuerà nel suo assordante silenzio.
All’incontro più che tardivo convocato da Stasi, poi, si aggiungono e spiccano le lacune, ossia l’ormai di fatto completa inutilità del PSA che ci s’accinge ad adottare. Sul punto, difatti, la posizione di Fratelli d’Italia di Corigliano-Rossano è stata sempre chiara e coerente, per altro ribadita in un partecipato dibattito pubblico svoltosi nel mese di novembre del 2022 anche alla presenza del senatore Ernesto Rapani e di numerosi tecnici bipartisan del territorio. L’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano intende avvalersi di uno strumento urbanistico obsoleto, pensato e ideato oltre dieci anni addietro, poi licenziato dalla Conferenza di Pianificazione nell’ormai lontano 2018. Un Piano per nulla conforme alle necessità attuali delle municipalità interessate (Corigliano-Rossano, Calopezzati, Cassano e Crosia), oltre che essere politicamente scorretto rispetto alla fusione dei due Comuni più grandi, intervenuta nel frattempo.
Il sindaco Stasi, dopo essersi svegliato da un inaccettabile quanto grave letargo istituzionale sull’argomento, non può pensare di procedere spedito all’approvazione, da parte del Consiglio Comunale, di tale strumento che, al contrario, è ormai da rivedere in toto. Non si può pensare di proseguire in modalità “sic et simpliciter” in merito ad una questione dalla quale scaturisce lo sviluppo urbanistico della terza città della Calabria. È proprio l’assenza del processo di fusione, sia in termini di indirizzo e quindi politici che “fisici”, una delle più gravi lacune del Piano che si vorrebbe adottare. Il Piano Strutturale Associato con altri Comuni contermini avrebbe dovuto prevedere, ad esempio, la programmazione di un sistema di trasporti intermodale, considerato che le aree interessate sono attraversate da una rete ferrata, una rete stradale, la presenza del porto, come quella dell’area archeologica di Sibari, che lascerebbe immaginare un’area tutelata nelle immediate vicinanze. Non c’è traccia, poi, della Cittadella amministrativa, pur contemplata nella legge istitutiva della nostra città ma da sempre avversata dall’Amministrazione Stasi, così come aree industriali in versione 4.0 e la riqualificazione del polo energetico (centrale Enel); senza dimenticare, ancora, la rivisitazione delle aree vincolate in prossimità di corsi d’acqua, fiumi e torrenti, oggetto di una relazione di parte, che nei fatti vincola lo sviluppo del territorio.
Che senso ha, quindi, dal punto di vista politico e soprattutto da quello pragmatico, l’adozione di un siffatto Piano che non tiene in alcun modo conto delle mutazioni frattanto avvenute sul territorio e delle necessità e delle istanze provenienti dal mondo economico-produttivo e dal tessuto sociale? Occorre, quindi, riformulare bene e presto il tutto, aprendosi al confronto e alla partecipazione e cercando di recuperare il prezioso tempo già purtroppo perso.
COORDINAMENTO FRATELLI D’ITALIA
CORIGLIANO-ROSSANO