Per anni la Provincia di Cosenza, è stata, per servizi e risultati ottenuti, un punto di riferimento sia per le amministrazioni comunali che per quelle sovracomunali non solo in Calabria ma in tutto il Meridione.
Un Ente efficiente che ha svolto nei suoi settori di competenza – in particolare nella manutenzione stradale, nelle infrastrutture e nell’edilizia scolastica – in maniera brillante il suo compito. Con il cambio della legge e delle modalità d’elezione era facilmente immaginabile che subisse sia un ridimensionamento, sia che incontrasse pesanti difficoltà nella gestione sia dell’ordinario che dello straordinario.
Quello che era difficilmente immaginabile era il crollo delle “prestazioni” in maniera così evidente.
E questo crollo, purtroppo, è divenuto una valanga sotto la guida della Succurro. Mentre non si registra nessun segno significativo dell’attività dei vari consiglieri/assessori se non divertenti “note” degne della migliore propaganda dell’Istituto LUCE in cui la mano destra sembra non sapere cosa fa la mano sinistra, il vasto territorio della nostra provincia resta praticamente senza manutenzione stradale. Basterebbero i soli avvenimenti inerenti il crollo del ponte sulla SS177 per Longobucco, con l’ottima complicità della Regione, per comprendere lo stato di totale sbando che vive. Al di là delle evidenti falle nella progettazione e nella costruzione… chi doveva vigilare e monitorare cosa ha fatto? Possibile che gli eventuali movimenti dei piloni non siano stati controllati? Che la sola solerzia di un dipendente dell’ANAS che ha, di sua iniziativa, ordinato la chiusura, abbia evitato una possibile tragedia? E lo stato generale delle strade provinciali? Ci rendiamo conto che ci sono strade meno tormentate a Kabul sotto le bombe? O vogliamo parlare degli evidenti ritardi nei lavori sulla SP 197 (Svincolo A2 Tarsia Sud e Corigliano-Rossano)? A tutto questo, noi cittadini corissanesi abbiamo anche l’onore/onere di aver visto la Provincia istallare degli autovelox/tutor, ad esempio quello tra Cantinella e Sibari, che, oltre a non avere nessun senso dal punto di vista della sicurezza stradale, vanno a colpire i lavoratori ed i pendolari che percorrono quella strada peraltro priva di banchina e di un manto stradale decente.
Se poi passiamo agli investimenti sull’edilizia scolastica e sui lavori messi in cantieri i numeri rischiano d’essere da tragedia greca.
Un capitolo a parte meriterebbe poi la gestione meramente clientelare messa in essere dalla Succurro a partire dagli incarichi dati al marito. E poco importa che siano a titolo gratuito (e qui ci sarebbe sempre da verificare le note spesa che spesso diventano peggio degli stipendi)… si da ad un proprio congiunto l’accesso ad atti che potrebbero poi essere “indirizzati” in maniera impropria. Capiamo che il conflitto di competenze a certe latitudini politiche da decenni risulta di difficile comprensione… però un certo limite doveva essere mantenuto.
Quello che sembra chiaramente evidente è il fallimento di un’esperienza politica voluta da una legge sbagliata (la Del Rio) e il tracollo di un’amministrazione eletta anche perchè si è gestita in maniera confusa, all’interno del centrosinistra, il percorso che avrebbe portato alla scelta del candidato. Ed allora, anche in vista della possibile modifica del sistema elettorale provinciale – con il ritorno ad un’elezione di primo livello (voto ai cittadini) – , scelta con cui siamo pienamente d’accordo come PD e darebbe la possibilità di andare al voto in concomitanza con le Europee del 2024, occorre ragionare proprio su come porre un freno ai danni, alle storture, alle inefficienze che la presidente Succurro sta compiendo e prepararci al rinnovo di metà mandato del consiglio provinciale previsto tra ottobre e dicembre del 2023. Un ragionamento che dovrà tener conto dell’attuale legge e che dovrà tener conto dell’importanza delle singole amministrazioni, compreso il loro peso nel voto ponderato, e del ruolo che possono esercitare nelle stesse elezioni. Ed il PD ha la necessità, quindi, di fare tutte le opportune valutazioni ma di non rinchiuderle in spazi angusti e “segreti” ma di coinvolgere gli amministratori, compresi quelli d’area, affinchè si possa costruire un consiglio provinciale che abbia una maggiore capacità di intervento ed autonomia politica rispetto ad un corso amministrativo evidentemente disastroso. E nella costruzione di questo percorso occorre che il PD, che non può non esserne il perno organizzativo e politico, sia anche capace di aprirsi e diventare soggetto inclusivo anche per le tante esperienze civiche valide che guardano al centrosinistra provinciale e nazionale e che troppo spesso vengono interpellate solo al momento del voto. Questo percorso ci ha indebolito e ci ha messo nelle condizioni di non vincere le elezioni nemmeno quando avremmo la maggioranza dei voti disponibili ovvero di non riuscire ad essere competitivi alle ultime politiche.
Componenti “mozione Cacciola” del circolo di Corigliano-Rossano
Alberto Laise Assemblea Nazionale PD