È innegabile affermare che la zona montana del territorio di Corigliano, vasta e articolata, con un ingente patrimonio boschivo, rappresenta una bellissima e preziosa risorsa naturalistica e ambientale da far apprezzare e tramandare alle nuove generazioni;
risorsa da tutelare e valorizzare adeguatamente perché può e deve costituire una fonte inesauribile anche per l’economia locale sotto il punto di vista turistico nonché socioculturale. Con rammarico, tuttavia, ancora oggi si registra la mancata attuazione del cosiddetto turismo montano, completamente assente dall’attuale agenda istituzionale locale.
Piana Caruso, Baraccone, Simonetti, Giustopago, Trenta Coste: località montane dell’area urbana coriglianese, ma lo stesso discorso vale per l’analoga zona dell’area urbana di Rossano, che costituiscono un polmone verde resistente all’incedere del tempo, con la sua storia che è già leggenda nelle menti e nei cuori di quanti, in questi luoghi, sono nati, hanno vissuto, lavorato, amato. L’incuria di taluni uomini con ruoli e funzioni a ciò deputate non ha risparmiato le strade, le piazze, quello che avrebbe dovuto divenire un anfiteatro comunale e tuttavia mai ultimato, i servizi di primaria importanza per le numerose famiglie che nell’hinterland montano cittadino risiedono tutto l’anno e portano comunque avanti, con dedizione e orgoglio, valori e tradizioni della civiltà contadina, e non solo.
Un popolo fiero delle proprie origini, questo delle località montane della nostra Corigliano, che dovrebbe essere sostenuto, materialmente e moralmente, dalle preposte istituzioni nell’adempimento delle rispettive attività e garantendo loro servizi pubblici all’insegna della funzionalità. Basti pensare, ad esempio, all’impegno profuso dai titolari delle strutture ristorative che nella zona insistono, agli agricoltori, a tutti coloro i quali in questi luoghi possiedono la prima e unica abitazione, oppure la seconda dimora o, ancora, la proprietà terriera.
Tra i tanti figli della Montagna di Corigliano intendo soffermarmi, in questa sede, sull’amico Settimio (per tutti Tonino) Zampino, già uomo del Corpo Forestale dello Stato e grande e stimato conoscitore del territorio e delle sue innumerevoli risorse. Alacre produttore agricolo, memoria storica e punto di riferimento per la comunità della contrada Baraccone, di Zampino e della sua gentile consorte nella mattinata odierna, come sovente accade, ho avuto il piacere di essere ospite per un ottimo caffè.
Tonino Zampino è uno dei simboli della cultura dell’accoglienza della gente che, con la testimonianza di vita e di lavoro, ha reso immortale la bellezza dell’area montana coriglianese. Profondo conoscitore del territorio, Tonino è un uomo dall’esperienza navigata, capace di tramutare una vita spesa al servizio dello Stato, nelle fila del Corpo Forestale, nell’amore profuso, ancora oggi, nei confronti dei suoi concittadini. Da oltre 60 anni presente in questi luoghi, rende edotti tutti con le numerose competenze acquisite sul campo, non lesinando consigli a coloro i quali si rivolgono a lui ben consci della sua generosità, della sua pazienza, della sua grande disponibilità. È un uomo d’altri tempi, e non certamente per l’età, bensì per lo stile e la discrezione che caratterizzano il suo essere quotidianamente tra la gente.
La comunità montana lo ha visto sempre in prima linea per il miglioramento delle condizioni di vivibilità di questa importante area del territorio coriglianese: dai lavori per la realizzazione della fontana pubblica in località Baraccone ai solenni festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola, dall’organizzazione di iniziative protese all’aggregazione alla promozione dei prodotti peculiari locali. Con l’avanzare del tempo, è divenuto tra i principali custodi e interpreti della zona montana.
La figura di Tonino Zampino rappresenta l’occasione propizia, pertanto, per celebrare degnamente non solo la saggezza dell’uomo e i suoi insegnamenti, ma anche per riflettere sullo stato attuale della montagna coriglianese e sulle sue prospettive. Può e deve divenire impegno comune rendere attuabili le inespresse potenzialità di questa importante area del territorio cittadino: non solo luogo caro alla memoria dei più per gli indelebili ricordi, ma anche e soprattutto scommessa vincente per un futuro tutto da scrivere.
FABIO PISTOIA