La vicenda del piccolo Alessio Emanuele Trotta non può in nessun modo lasciare indifferenti. Nato il 3 giugno 2008 presso l’Ospedale di Corigliano (CS), Alessio Emanuele presenta un quadro di gravissima disabilità,
essendo lo stesso affetto da encefalopatia fissa epilettica che comporta un grave ritardo psicomotorio, pluriquotidiane crisi epilettiche, movimenti stereotipati del capo sub-continui ed assenza di deambulazione autonoma e della produzione verbale. Quale la causa di tale condizione? Una preesistente e mai diagnosticata microcefalia oppure la scelta dei sanitari del P.O. di Corigliano che ebbero in cura la madre, la sig.ra Loredana Silvestro, al momento del parto di non procedere a parto cesareo? E’ proprio questo l’interrogativo che tormenta i genitori del piccolo Alessio Emanuele, convinti, a seguito dei consulti resi da diversi ed illustri specialisti ai quali si sono rivolti per cercare di alleviare le condizioni del proprio bambino – tra i quali medici del noto Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù” di Roma – che le attuali condizioni del figlio non siano state determinate da una patologia congenita, ma anche e soprattutto dalla scelta di dar corso al parto naturale. Pur essendo stata diagnosticata, e solo a pochi giorni dal parto, ritardo di crescita intrauterino, determinante sarebbe stato il mancato ricorso al parto cesareo che causava sofferenza intrauterina ipossico-ischemica e conseguente insorgenza dei gravissimi ed irreversibili danni cerebrali subiti. Da subito al loro fianco l’ associazione onlus unalottaxlavita, www.unalottaxlavita.eu , che ha sposato la causa della famiglia e si adopera per una migliore qualita’ di vita del piccolo Alessio abbandonato al proprio destino da un’ assistenza domiciliare inesistente. La difesa e’ stata affidata all’ avv. Giovanni Zagarese del foro di Castrovillari. E’ proprio per questo che i sigg.ri Silvestro-Trotta hanno deciso nel 2014 di avviare azione giudiziale per il risarcimento dei danni patiti nei confronti dell’Azienda Sanitaria di Cosenza e dei sanitari coinvolti presso il Tribunale di Cosenza: del tutto insoddisfacente è stata tuttavia la conclusione del giudice di primo grado che, nel 2020, ha però ritenuto infondata la domanda proposta, sulla base di consulenza tecnica d’ufficio che, tramite i propri periti, i sigg.ri Silvestro e Trotta hanno contestato sia nel merito che nel metodo seguito. Ed è proprio sulla base di tali considerazioni, ovviamente fondate sulle considerazioni dei propri consulenti, che i due genitori hanno proposto appello alla Corte di Catanzaro contro la sentenza cosentina, nella speranza di poter ottenere una nuova perizia ed una sentenza che riconosca il torto subito. Al momento però le loro speranze si sono rivelate vane. Non solo la Corte di Appello ha rigettato la richiesta di riapertura dell’istruttoria e, quindi, di svolgimento di nuova consulenza tecnica, ma ha addirittura rinviato al 22 ottobre 2024 per la prossima udienza! I sigg.ri Silvestro-Trotta sono, quindi, al momento vittime di una doppia beffa: sanno di non poter contare su una nuova consulenza che, a prescindere dall’eventuale esito, possa però assicurare sulla correttezza e verificabilità del metodo seguito e sono costretti ad aspettare almeno tre anni per una prossima udienza nella quale probabilmente non verrà assunta nessuna determinazione concreta. Profondo è il loro stato di prostrazione: alla consapevolezza di poter andare incontro ad una pronuncia molto probabilmente ancora una volta negativa, si accompagna il senso di impotenza nel dover attendere più di tre anni per poter eventualmente proporre ricorso per cassazione, nella speranza di ottenere ragione. E tanto mentre la vita del figlio trascorre in una condizione di estrema sofferenza, aumentata anche dalla assoluta insufficienza dei mezzi di sostegno messi a disposizione, se così si può dire, da parte dello Stato. Qual giustizia? Quale tutela della vita, in qualsiasi forma ed in qualsiasi condizione si manifesti, è assicurata a Alessio Emanuele ed alla sua famiglia? “Quante strade deve percorrere un uomo prima di chiamarlo uomo?”: il cantautore americano Bob Dylan dice che “La risposta sta soffiando nel vento”. Alessio Emauele, oggi, non è accarezzato da quel vento.