“Da anni, tutte le Associazioni sportive dilettantistiche (Asd) svolgono un ruolo chiave per quanto riguarda la prevenzione di malattie, combattendole con le armi a disposizione: le attività sportive.
Dal maggio scorso, ci siamo fatti carico economicamente di tutti i dispositivi di sicurezza per poter svolgere le nostre mansioni. Siamo consapevoli, cosa che evidentemente sfugge, dell’importanza dello sport per una buona conduzione di vita. Non è solo il farmaco a essere necessario, lo è anche una prevenzione a lungo termine. Lo sport è salute!”
Esordiscono così, in un’accorata lettera aperta indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sport e al Ministero della Salute, alcuni cittadini di Corigliano Rossano; operatori del settore che, con impegno e abnegazione, portano avanti le rispettive attività all’insegna del massimo rispetto delle vigenti normative in materia.
“Solo due giorni prima del decreto datato 25 ottobre abbiamo ricevuto le nuove linee guida che sembravano garantire la prosecuzione delle nostre attività, ci teniamo a precisare individuali, dando un’ulteriore stretta rispetto ai protocolli precedenti. Le abbiamo accolte con tranquillità, andando a rifinire un lavoro già di per sé svolto in maniera celere e precisa. Facendo riferimento alla situazione nazionale, non riteniamo giusto fare di tutta l’erba un fascio. Non è possibile paragonare la situazione della Calabria, considerata dall’Europa regione più virtuosa d’Italia, capace di contenere la diffusione di un virus che sta mettendo in ginocchio il Paese, con altre realtà nazionali colpite, purtroppo, duramente da una situazione tragica come quella odierna. A loro siamo vicini con il cuore. Oggi, però, pretendiamo rispetto. Rispetto per noi, per tutta la categoria, per le nostre famiglie e per i nostri associati. Ci sentiamo messi da parte da una nazione che sembra volerci dire: “Non vi vogliamo più”. La disciplina – affermano i professionisti del settore – è sempre stata una prerogativa delle nostre attività. Tutti i nostri associati hanno sempre rispettato i protocolli imposti, dimostrando grande maturità. Ci sentiamo presi in giro in quanto non risultano, a livello nazionale, dati che riportano focolai e contagi avvenuti all’interno delle nostre strutture sportive. Non riusciamo a capacitarci di tale decisione, su quest’ultimo punto pretendiamo una risposta: in base a cosa si è decretata la chiusura di palestre e piscine? Ci teniamo a ringraziare, per l’immenso lavoro svolto e per essersi battuto fino all’ultimo momento, il ministro Spadafora, l’unico che è sceso in campo in difesa dei nostri diritti. Quello che è accaduto domenica scorsa risulta una beffa amara, un segnale che ci dimostra che essere ligi alle regole, portatori di un messaggio di prevenzione e di buona salute è una dimensione che non paga. Attendiamo, almeno, un riscontro immediato riguardante la nostra posizione. Le Associazioni sportive dilettantistiche sono il motore trainante dello sport, di piccole e grandi città. Non fateci morire”.
Fabio Pistoia