È un pugno in un occhio: brutta, spoglia, sudicia e aberrante. È la ex caserma dei vigili del fuoco di Corigliano-Rossano, le cui mura si innalzano sullo sperone più a nord del centro abitato bizantino, quello di Sant’Antonio nell’area di Rossano. Proprio nel mezzo di uno dei quartieri popolari più abitati della Città alta li dove un tempo sorgeva l’antico monastero e dove fino a qualche anno fa c’era vita.
Era una piccola zona residenziale felice. C’erano i vigili del fuoco, un’istituzione per i residenti della zona che sono cresciuti a pane, suono di sirene, lampeggianti ed esercitazioni; c’era l’istituto aziendale e l’indirizzo tecnico femminile che pullulava di giovani e docenti che provenivano da tutto il comprensorio della Sibaritide; e poco più in là c’era pure il glorioso “Maria De Rosis” l’arena calcistica rossanese, teatro di mille epiche battaglie del pallone che da queste parti è sempre stato più che una fede.