Non di rado si verifica di leggere o scrivere circa accadimenti nefasti per questo nostro territorio. Quando tuttavia ci s’imbatte in avvenimenti lieti, che fanno onore ai suoi protagonisti e sono al contempo fonte di benessere e soddisfazione per l’intera comunità, è opportuno darne adeguata menzione. Simile discorso vale per la famiglia Librandi, tra le più note e affermate nel settore dell’imprenditoria della provincia cosentina, che annovera tra i suoi estimatori non pochi concittadini di Corigliano Rossano.
Il brand identitario Librandi – perché di questo ormai si tratta alla luce di una lunga storia fatta di passione, competenza e alta qualità – è stato infatti insignito, negli ultimi tempi, di alcuni premi e riconoscimenti di prestigio nazionale, conseguiti soprattutto per la produzione dell’ottimo olio extravergine d’oliva. Si tratta, solo per citare gli ultimi tasselli di un mosaico già lusinghiero di esperienze edificanti e gradini sul podio in rinomati contesti, dell’attestato come “miglior fruttato leggero d’Italia” sulla Guida del Gambero Rosso con “Carolea”, del premio “Bibenda” a Roma – 5 Gocce per i 2 oli “Carolea” e “Nocellara” del Belice” – assegnato col massimo punteggio, nonché del conferimento delle “3 Stelle extra quality olive oil” col massimo punteggio, premio “Il Magnifico” consegnato in Toscana.
Tali riconoscimenti si configurano come l’ennesima conferma di un impegno profuso con sensibilità e laboriosità dalla famiglia Librandi e che si tramanda da generazione in generazione. Tutto inizia infatti alla fine dell’800, quando Michele Librandi, di origini arbëreshë, decise di aprire l’omonima tenuta. La Calabria terra di ulivi secolari e luogo di nascita di Michele diventa così la culla di questa piccola società agricola: “Tenute Librandi”. Partendo dai pochi centenari uliveti di famiglia, ha costruito negli anni l’azienda che oggi porta il suo nome, acquistando nuovi appezzamenti ed impiantando più di 50 ettari di nuovi uliveti. Utilizzando cultivar mai viste prima nella zona. Il figlio di Michele, Pasquale, diventa il “padre” di moltissimi ulivi ancora oggi curati e coltivati dalla famiglia. Pasquale, imprenditore visionario e uomo legato alle proprie origini e innamorato della Calabria, inizia la sua carriera come macellaio per poi passare al settore commerciale e infine divenire frantoiano.
Oggi l’azienda è guidata da cinque fratelli, figli di Pasquale, che hanno saputo valorizzare al massimo il territorio producendo solo ed esclusivamente con tecniche biologiche. Il buon Pino si occupa del parco macchine aziendale e di acquisti ed è il risolutore dei problemi dell’azienda. Insieme a Michele, Pino dirige tutte le operazioni nei campi. Carmela si occupa del controllo dell’attività, quindi amministrazione e vendita. Lucia, la responsabile delle pubbliche relazioni, è la pubblicitaria dell’azienda. Si occupa di promuovere a tutto tondo il loro fantastico extravergine. Angela, responsabile del controllo qualità, dirige le attività di trasformazione in frantoio. Assaggiatrice professionista, è anche appassionata di buona cucina. Infine Michele, l’agronomo e anche il responsabile legale, specializzato in olivicoltura, supervisiona tutte le operazioni personalmente, dalla fertilizzazione alla difesa biologica, dalla potatura alla raccolta. A tutti loro le più fervide congratulazioni per questi premi pervenuti da tutt’Italia, ai quali ne faranno seguito certamente tanti altri.
Fabio Pistoia