Provo gratitudine per mia madre e per mio padre, che, insieme al quotidiano pane, mi fecero anche gustare, narrando e mostrando, i sapori della buona politica. Fui un privilegiato. Quando ancora non andavo a scuola, avevo già assistito a comizi in piazza e a consigli comunali. Conoscevo responsabili di partito, consiglieri, assessori e sindaci.
Avevo già messo piede negli uffici comunali e, spesso, mi recavo all’allora Camera del Lavoro, all’Acquanova, laddove, tra vertenze e composizioni, trovavo carta ed inchiostro, per imbrattare ed imbrattarmi ben bene. A casa, sentivo di ordini del giorno e di mozioni, di delibere e di nomine. Ricordo cert’ansia di mio padre e i timori di mia madre e, poi, quelle notti insonni, vigilie lunghe e tormentate di rilevanti eventi.