L’Olimpia Carcarese, società organizzatrice del torneo internazionale, per permettere a tutti di continuare a giocare, farà disputare regolarmente le restanti partite (fonte ivg.it)
Millesimo – Il match aveva visto protagonista la squadra di Corigliano Calabro, sconfitta sul campo per 5-0; nel corso della gara erano stati espulsi due calciatori del team calabrese, uno a causa di insulti al direttore di gara – dalla panchina – l’altro per un episodio di violenza contro un avversario.
Terminata la gara, l’arbitro Russo è stato accostato presso gli spogliatoi da un ignoto, identificatosi come genitore di un calciatore del Corigliano, che lo ha colpito al volto con un pugno. Celere l’intervento dei carabinieri locali, ma l’aggressore si era già dileguato nella folla presente per la manifestazione: l’arbitro è stato quindi visitato al pronto soccorso, in attesa di una diagnosi precisa per il dolore a un occhio e al cranio.
Michele Russo, venticinque anni, è arbitro da 2012 e dirige regolarmente gare di Promozione ed è quindi un arbitro giovane ma esperto, in forza dal 2016 al Comitato regionale arbitrale della Liguria, guidato da Fabio Vicinanza.
La violenza contro gli arbitri è un evento in crescente diffusione: sui direttori di gara vengono spesso sfogate le frustrazioni delle prestazioni negative sul campo, ingigantendone le responsabilità. Non aiutano l’immaginario mediatico e l’esasperazione dei tifosi nei campionati di massimo livello: le campagne d’odio connesse al tifo della Serie A, che si ingigantiscono e rimbalzano sui social media, finiscono per vittimizzare i direttori di gara delle categorie giovanili, in formazione tanto quanto i calciatori che dirigono. Se un arbitro professionista è insultato e deriso, e con lui la sua famiglia – pensiamo alla campagna rivolta al fratello dell’arbitro Orsato per la sua direzione di Inter-Juventus – ma raramente rischia un’aggressione vera, ben poche sono le protezioni per chi dirige un torneo giovanile o un campionato dilettantistico. Queste aggressioni, poi, mettono in cattiva luce la volenterosa organizzazione di tornei ed eventi, che nulla hanno a che fare con la violenza e le cui energie sono spese perché il calcio sia una festa per tutti.
Ciò è ancora più grave se si pensa allo sport giovanile come a un momento educativo di estrema importanza: il calcio, come gli altri sport, dovrebbero insegnare ai ragazzi i valori del rispetto, del confronto reciproco e pacifico, dell’accettazione dell’altro e delle regole. Ciò nel calcio spesso è gravemente disatteso.
Il comitato organizzatore ha deciso di classificare all’ultimo posto, per responsabilità oggettiva l’SC Corigliano. Per non danneggiare in alcun modo i ragazzi di tutte le squadre, che in alcuni casi hanno dovuto affrontare lunghi viaggi, le partite del calendario, originariamente previste, vedranno tutte regolare svolgimento.
“L’Asd Olimpia Carcarese ribadisce con fermezza – dichiara il presidente Carlo Pizzorno – che ogni tipo di violenza non deve essere in alcun modo tollerato; lo scopo primario del torneo in oggetto è di riunire squadre professionistiche e non, al solo fine di creare un evento sportivo e di festa, mosso da un sano spirito sportivo, per mettere in contatto realtà di diverse nazionalità. I bambini devono essere li per giocare, i genitori per fare il tifo, gli allenatori per allenare e gli arbitri per arbitrare, tutti consapevoli del ruolo che devono ricoprire”.