L’esito referendario favorevole alla fusione è stato il risultato con il quale i cittadini di Corigliano e di Rossano hanno espresso la loro opinione; dopo questa prima tappa dell’iter amministrativo – legislativo, sia la società attiva organizzata, sia la politica e sia le istituzioni hanno l’onere e la responsabilità di fare in modo che la volontà popolare venga rispettata e concretizzata al più presto possibile, senza tentennamenti.
Il Presidente della prima Commissione, il Consiglio Regionale ed il Presidente del governo della Regione sono consapevoli della responsabilità del loro ruolo e certamente terranno in considerazione le aspettative del popolo di questa fascia jonica.
Se la legge regionale non dovesse essere emanata subito e l’istituzione del nuovo comune ritardata, non solo si perderebbero opportunità politiche e finanziamenti importanti per il destino e lo sviluppo del territorio ma l’attuale classe politica avrà dimostrato per l’ennesima volta di “fregarsene” del popolo al quale eventuali rinvii appariranno come un tradimento.
La politica (locale, regionale e nazionale) dovrà dimostrare di avere dignità ed orgoglio di rappresentanza e dovrà di conseguenza provvedere all’approvazione della legge.
Non sono giustificati i rinvii.
Per onestà intellettuale c’è da dire che il sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, ha sempre dichiarato che la fusione venga fatta e presto, anche a costo di “dimettersi” fin da subito se dovesse servire per raggiungere celermente l’obiettivo; il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, dopo avere preso posizione diversa dall’esito che ha dato il referendum, ha intelligentemente dimostrato di rispettare la volontà popolare e fin da subito ha dichiarato di volere collaborare istituzionalmente all’iter che dovrà portare alla fusione vera e propria dei due comuni.
I problemi che abbiamo non possono essere risolti da un singolo comune o da un singolo personaggio, non è più il momento di ragionare con l’IO ma con il NOI.
Volere arrivare alla fusione del comune di Corigliano con Rossano significa ragionare del futuro del territorio, bisogna quindi farlo subito perché le cose cambiano sia dal punto di vista amministrativo e sia dal punto di vista economico; diventa urgente creare le condizioni per intercettare finanziamenti, dare inizio al progetto di sviluppo di cui il territorio ha bisogno, studiare la geografia amministrativa e la collocazione degli uffici che dovranno dare servizi ai cittadini.
L’esito favorevole del referendum alla fusione ci ha fatto uscire dal guscio che per la verità ci stava stretto, abbiamo il diritto-dovere di affrontare i primi passi verso il comune unico nel modo migliore, con l’umiltà di chi è consapevole delle difficoltà.
Della creazione della nuova città tutti dobbiamo sentirci impegnati ma nessuno deve aspirare a sentirsi indispensabile e/o unico. Si è sulla stessa barca di cui la guida dovrà essere autorevole e capace, ma anche disponibile ad accettare la collaborazione ed il contributo di chi ne è capace per esperienza e professionalità e di chi per questo progetto si è speso fin dalla prima ora, quando nessuno avrebbe speso un centesimo sull’esito favorevole.
C’è bisogno del contributo di tutti e i cittadini si aspettano che ciò avvenga, senza fughe in avanti da parte di nessuno, senza pregiudizi e senza esclusività, con lealtà ed onestà.
La politica deve sapere governare questo processo e siccome cammina con le gambe degli uomini, è giusto che essi procedano con prudenza e senza retropensieri. Sarebbe un errore ragionare in termini di “esclusività” di ruolo e non in termini di “inclusività”, oggi più che mai è necessaria la collaborazione e l’interlocuzione tra cittadini, società organizzata, amministratori locali ed amministratori regionali.
Dopo la celebrazione del “referendum” che ha visto affermarsi la netta vittoria del SI alla fusione, i cittadini aspettano che venga istituita la nuova CITTA’ UNICA di CORIGLIANO ROSSANO nei tempi previsti dalla normativa che regola la materia (entro 60 giorni), non sopporterebbero una dilazione dei tempi, sarebbe una ulteriore delusione.
Il popolo ha voglia di creare i presupposti del decollo economico del territorio, un obiettivo raggiungibile se i nuovi organismi amministrativi del comune unico (sindaco e consiglio comunale) vengono eletti al più presto possibile. La fase della nuova organizzazione dell’organigramma amministrativo non può essere rinviata, i finanziamenti e gli investimenti non aspettano i nostri comodi.
18.12.2017
F.to Enrico Iemboli
Componente Comitato 100 Associazioni