Dentro al “palazzo dei sospetti”, ma lontano dai riflettori. Piuttosto, i riflettori sono proprio loro ad averli puntati sul palazzo e nel palazzo, e sono loro stessi a puntarli, di volta in volta, sui volti di quanti, tra amministratori, funzionari ed impiegati, sono da loro convocati per essere interrogati. Già, perché ad essere sentiti dai tre commissari che compongono la Commissione d’accesso agli atti del Comune di Corigliano Calabro – il viceprefetto Filippo Romano, il dirigente in quiescenza del Ministero dell’Interno Antonio Scozzese ed il sottotenente della Guardia di Finanza Giulio Tavanzo – inviata a Palazzo Garopoli lo scorso 7 marzo dal prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao al fine d’accertare eventuali infiltrazioni di tipo mafioso nella gestione amministrativa dell’ente, è già toccato a diversi.