Ciao Salvatore,
te ne sei andato così come hai vissuto. Con discrezione, quasi in silenzio. E così un altro di quella meravigliosa classe del Liceo Scientifico, di quei meravigliosi ragazzi, che fecero la maturità nel 1960, ci ha lasciato. Dopo Alfonso Scarcella, Peppino Salcina, Tonino Arnone, Vincenzo Gallina, Giovanni Avolio, Fortunato Amica, Mario Candido.
Con Salvatore Superchi ci conoscevamo dagli anni del Liceo; e la nostra amicizia è rimasta sempre, nel corso degli anni, quella caratteristica dei compagni di scuola: affetto, stima, rispetto, insomma amicizia vera.
Con queste poche righe voglio soltanto sottolineare la tua signorilità verso tutti, il tuo alto senso dell’amicizia, la tua modestia.
Più volte ho avuto occasione di collaborare con te professionalmente, e ho avuto modo di apprezzare la tua professionalità, la tua competenza, la tua serietà nell’espletare l’incarico affidatoti.
Ho negli occhi la tristezza che ti affliggeva per la perdita dell’amata compagna della tua vita, avvenuta alcuni anni addietro.
Ma la mia mente va agli anni più lontani, agli anni del Liceo.
Tu abitavi al castello, in quell’edificio che oggi è il Rivelino, e la tua casa era il ritrovo di noi tutti compagni di scuola.
Come non ricordare la bontà, la disponibilità, la signorilità della tua mamma, la quale ci accoglieva come persone di famiglia.
Ai tuoi figli, Simona, Laura e Francesco, vadano i sensi della mia più profonda vicinanza e del mio più sincero affetto, in questo momento triste.
Certamente il ricordo di Te resterà a lungo nei nostri cuori.
Franco De Luca