E’ risaputo che la politica, a Corigliano ingrassa le solite bocche, le solite persone, le solite famiglie, come non bastasse, in spregio di chi non ha protettori politici trovano lavoro anche alla loro progenie, come: figli/e, fratelli, moglie, parenti. C’è chi viene occupato alla regione, chi nel sindacato, chi nelle segreterie politiche, chi nelle fondazioni specializzate in informatica e chi in qualche ente che fa riferimento all’Arsa e che si occupa di ricerca in agricoltura.
Questo speciale trattamento politico, permette a questi soggetti di condurre una vita agiata, una bella auto e privilegi con i soldi nostri. E gli altri? Gli esclusi dal banchetto? A questi tocca l’arte dell’arrangiarsi, vivere di espedienti se non vogliono perire sotto il peso della miseria, bene che gli vada debbono accontentarsi, ringraziando politici e faccendieri delle briciole che cadono dal tavolo quando sono sazi grazie ai soldi pubblici. La politica clientelare, i cosiddetti attivisti dei partiti, da sempre hanno classificato la società Coriglianese in due categorie: Figli/e, figliastri/e, protetti ed abbandonati. I protetti dalla politica a Corigliano li conoscono tutti, hanno nomi e cognomi, si conoscono per i rapporti di interesse che hanno intrecciato con i big regionali, si conoscono per la loro scarsa dignità politica, per ergersi a falsi moralisti ed a maestri di vita, queste sono le caratteristiche peculiari dei cosiddetti mantenuti dalla politica, gente poco affidabile, che convive con la mala politica e non disdegna il sistema clientelare causa di ingiustizie quotidiane anche nei confronti delle giovani generazioni. Per chi non avesse capito, lo ripeto, la mala politica è una organizzazione che non rifiuta il dialogo con il potere criminale, con gli alti e bassi tra i due ordinamenti, si dimostra chiaramente che cosa nostra non è un antistato, ma piuttosto una organizzazione parallela. La mala politica, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano, a Corigliano ed altrove vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, che appartengono a tutti gli strati sociali, a loro volta manovalanza consenziente del malaffare, complici dei tanti politici corrotti e di quella pletora di intermediari tra il popolo minuto ed i politici. Bisogna sapere che in questo sistema, a rimanere prigioniero e con le pezze al culo è sempre il popolo, quel popolo che ingenuamente continua a delegare i vari faccendieri Coriglianesi, destinatari di benefici e privilegi, è sbagliato anche continuare ciecamente a confidare nella falsa moralità dei politici. Tutto ciò lo capirebbe anche un bambino Per evitare questo, basta che l’elettore instauri un rapporto diretto con il politico a cui indirizza il proprio consenso, fare a meno dell’intermediario, in poche parole essere lui il garante di se stesso. Del popolo degli sfruttati fanno parte anche i destinatari dell’obolo degli 80 euro che un giorno si e l’altro pure se li vedono rinfacciati per rinverdire il consenso al governo Renzi a trazione PD che non disdegna l’alleanza con i pluri indagati Denis Verdini e Formigoni, costole entrambi di una classe politica, la più indagata d’Italia, per non parlare delle lobby: Petrolieri, banche, massoni ecc. che dettano il programma al governo. E’ pensare che una volta, E. Berlinguer ci insegna, questo partito era attento ai bisogni dei meno difesi, oggi il governo Renzi, al contrario ha abbattuto i muri delle differenze ideologiche, destra e sinistra pari sono, tutti affiliati alla banda Ali Babà ed i quaranta ladroni. Siamo oramai davanti ad una classe politica sotto inchiesta dalla magistratura per reati gravi come: Turbativa d’asta, Concorso esterno in associazione mafiosa, tangenti, ruberie e truffe ai danni della cosa pubblica. Non si cura che basta poco per vivere nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, del bene, per avviarci sereni nel cammino verso un domani migliore, basterebbe che i politici , in primis oggi quello del PD, facciano il proprio dovere, tra cui, quello di non rubare, farebbero bene a scolpirlo tutti sui loro scranni.
Per il movimento centro storico
Giorgio Luzzi