Il mondo del calcio coriglianese, e non solo, piange la scomparsa del dott. Luigi Sangregorio amato, stimato e indimenticato dirigente calcistico dagli anni sessanta e fino alla metà degli anni novanta. Profondo conoscitore del mondo del calcio ha indissolubilmente legato il suo nome alla ormai mitica Polisportiva Corigliano, che fece letteralmente impazzire la città negli anni sessanta. E non a caso nella foto che qui di fianco vi proponiamo il compianto Sangregorio (il primo in alto a sinistra con il cappello) viene ritratto con la squadra dell’annata 1964-1965.
Del dottore Sangregorio rimpiangiamo la competenza, l’umanità, la signorilità e soprattutto l’amore verso quel calcio che tante soddisfazioni gli aveva dato negli anni sessanta, ma che dalla seconda metà degli anni novanta non riconosceva più. Abbiamo avuto modo di incontrare Luigi Sangregorio allo stadio Città di Corigliano almeno fino al campionato di serie D quando il Corigliano Schiavonea era guidato del compianto mister Marcello Pasquino, ed in una delle nostre frequenti conversazioni mi confessava due crucci: il primo erano le condizioni dello stadio: “Permettimi di dirti, anche perché tu sei al comune, che non si può lasciare in uno stato di abbandono così una struttura bella che la nostra Corigliano aspettava da anni”; il secondo era dato dall’attuale mondo del calcio: “Francamente – affermava- vengo qui allo stadio, ma non so fino a quando, perché non mi diverto. Si gioca senza amore, senza attaccamento verso i colori della maglia. Io che ho vissuto gli anni dei Salimbeni, Belsito, Varquez, Branca, Cufari tanto per citare alcuni miei “ragazzi” degli anni sessanta, oggi è davvero mortificante vedere gente che non da l’anima. Questo non è calcio, questa è solo mercificazione dello sport, ed io permettimi di dirti, che rimpiango gli anni in cui i giocatori lasciavano il campo dopo avere dato tutto e la gente lasciava gli spalti soddisfatta di avere visto “una partita di calcio”. Ed infatti subito dopo la parentesi Pasquino, don Gigino, al campo non venne più. Ecco perché oggi lo ricordiamo con commozione, perché con lui va via una parte nobile di Corigliano, e non solo sotto il profilo squisitamente sportivo, ma soprattutto sotto il profilo della umanità, della competenza e della disponibilità verso gli altri. Addio dottore Sangregorio ricordati di noi.
Giacinto De Pasquale