Lupus in fabula. In questi giorni giorni si stanno affermando delle “brutture” amministrative che non sono delle mere cadute di stile, non sono soltanto degli ulteriori indicatori di inefficenza e di inadeguatezza amministrativa che stanno caratterizzando, sin dal suo esordio, il modus operandi di questa giunta-Geraci, con tutto ciò che comportano in termini di ricaduta e di risultati negativi per il territorio, ma toccano e ledono lo stesso status di cittadino, di ogni abitante di questa Città.
Infatti per l’ennesima volta questa Amministrazione comunale con i suoi atti e le proprie (auto)-determinazioni sta umiliando il senso civico di tutti: l’idealismo è scaduto nel personalismo; il decisionismo si è diluito nel “non so”, lo stesso che sempre più spesso si identifica nell’indifferenza. L’unico riferimento certo di questa Amministrazione è la propria convinzione, il convincimento di avere la verità in mano su ogni questione.
E quello che si profila sul territorio, soprattutto dalle determinazioni con gli atti politico-amministrativi posti in esssere dal sindaco Geraci, ad iniziare dalla (improvvisata) gestione dei lavori pubblici (con tante varianti e modifiche che hanno di fatto stravolto il corso degli stessi lavori), dalla (miope) gestione del Patrimonio comunale (ovvero delle varie strutture pubbliche, come il Palazzetto dello sport, la Meris, il Centro di Eccellenza etc. etc. etc. etc. e non per ultimo il Castello Ducale il quale meriterebbe un discorso a parte e specifico) lo sta a dimostrare con tutti i suoi deleteri effetti.
Ma paradossalmente ciò che colpisce di più non sono questi evidenti limiti amministrativi che si palesano tanto nelle varie realtà territoriali, quanto in quel modo di fare e arrogante e cinico, con una disarmante chiusura verso qualsiasi forma di confronto, di discussione, di dialogo, di soluzione condivisa che si è posta, o riproposto, come metodo da seguire. In effetti tutte le decisioni importanti che riguardano “tutti” si continuano, nonostante le critiche, a prendere nel chiuso della propria stanza. Il Consiglio comunale viene convocato solo per espletare semplici atti di necessità, formali. Per non parlare del contatto diretto con i cittadini, che non solno coinvolti in nessuna fase e in niente, quasi a voler sopprimere sul nascere qualsiasi spinta ideale e di partecipazione.
Al netto di tutto questo, oltre al disastro politico-amministrativo che si afferma in tutto il territorio comunale dal Centro storico allo Scalo e in tutte le contrade e le frazioni, restano gli attacchi, inacettabili e infondati, oserei dire anche irrituali, che l’Amministrazione comunale ha rivolto alla dott.ssa Emilia Pisani, cronista e corrispondente della Gazzetta del Sud, “colpevole” di aver dato “voce” a quella parte di territorio che più di altre zone, specie in questo particolare momento temporale e stagionale, stiamo parlando di Schiavonea, soffre il disagio di questa superficialità amministrativa. Il che è un atteggiamento istituzionale non degno di un’amministrazione che si rispetti, ed è inacettabile: poiché la libertà di pensiero è qualcosa di non differibile nè di derogabile nè tantomeno la si può limitare, ma può essere confutata con argomenti seri e soprattutto che abbiano attinenza con la realtà. Anche perché quanto scritto dalla cronista non solo è fondato, cioè vero, quanto è stato pure edulcorato rispetto al malcontento e alla disapprovazione che serpeggia tra la popolazione del posto.
Ma il sindaco Geraci, in quella occasione, ha posto il suo nome su un comunicato, che descriveva un’altra realtà rispetto a quella vissuta dai cittadini e dagli operatori di attività commerciali che lì operano, e che ha aperto, in quel frangente, uno squarcio democratico che ci vorrà del tempo per sanarlo, sempre e a patto che cambi atteggiamento politico, amministrativo e culturale,
In tutto questo triste e offuscato quadro politico che caratterizza l’operato amministrativo, con evidenti limiti di democraticità e di apertura civile e culturale, di cui sopra si è detto, ha colpito, ancora e molto, il fatto insolito che il Sindaco per interposta persona abbia invitato un consigliere di maggioranza a dimettersi perché sarebbe in conflitto d’interessi con l’ente Comune. E qui abbiamo toccato l’assurdo sprofondando nel ridicolo. Qualcuno che fosse ignaro della questione si sarebbe chiesto… ma il consigliere chi lo ha candidato nella lista del sindaco? Ma lasciamo perdere.
Tuttavia, consentitemi una digressione se di questo si tratta, e cioè di esprimere un pensiero positivo per quella “lettera-commento” firmata da un utente di nome Sandro, che oltre alla “qualita della sua analisi, esprime un lodevole senso di cittadinanza e di partecipazione attiva di cui questa Città ha enormemente bisogno.
Idealein