Che esistesse sin dalla preistoria la professione di “donna da marciapiede” è cosa nota e documentata . Dalla lettura della storia, non altrettanto nota, risulta l’esistenza di quella di “ UOMO DA MARCIAPIEDE “: la nuova professione sviluppatasi soprattutto nel nostro Paese. Vi appartengono cittadini di ogni età e di varia provenienza socio-culturale: laureati di ogni ordine e grado, commercianti, artigiani, Imprenditori, muratori, ecc. ecc.. Si incontrano spesso a gruppetti, mentre passeggiano sui marciapiedi, oppure seduti al tavolo del Bar o nel salone del barbiere o nel negozio del fruttivendolo e del giornalaio.
Discutono animatamente, ad alta voce da sembrare “ Incazzati “. Parlano della loro Città : delle buche sulle strade , della circolazione caotica, della stagione andata male per la scarsa presenza turistica, dell’inquinamento del mare, della montagna (Piano Caruso) dimenticata da Dio e dagli uomini, del Centro Storico, dove le case stanno cadendo l’una dopo l’altra, dello Scalo dove non esiste un gabinetto pubblico e di tante altre cose.
Insomma trascorrono le ore della giornata a parlare inutilmente, senza che passi loro per la testa l’idea di fare qualcosa per questo nostro Paese. Dico questo, non certo per fare una semplice e sterile critica, né tanto meno per fare la guerra a Uomini e Partiti, ma solo per sollecitare e proporre loro una soluzione a qualche problema della città. Ma v’è di più! Se in giro c’è qualcuno che si dà da fare e cerca di coinvolgere questi “uomini da marciapiede” in iniziative, al solo scopo di rendere la vita ai cittadini più decorosa, viene da costoro preso in giro al punto da farlo passare per pazzo o per “visionario”. Eppure questi ”mestieranti da marciapiede“ sono tutte persone Oneste, Buone, Colte, che non hanno fatto mai male ad alcuno (ma neanche bene) e per questo pensano di avere la coscienza a posto e di essersi meritato un posto in Paradiso.
Non ricordano, invece, ( ma lo sanno perché l’hanno studiato o letto ) che il più grande Poeta italiano, DANTE, nella Divina Commedia, colloca costoro non nell’Inferno, bensì nell’anti Inferno, condannati a pene severissime, chiamandoli Ignavi perché hanno vissuto una vita “ Senza infamia e senza lode “
Meditate gente, meditate ! Vi conviene cambiare Mestiere.
Tonino Romio