Impermeabile agli eventi e alla contingenza degli avvenimenti, esiste e resiste. È la Fiera di novembre, ai più nota come “Fiera dei morti”, che ogni anno, puntualmente, nelle date dell’1 e 2 novembre torna ad andare in scena nel centro marinaro e turistico di Schiavonea.
Quasi quattro secoli di storia che hanno fatto di questo appuntamento un’occasione, sempre rinnovata, per rinsaldare il legame tra la comunità e il fascino dei colori, dei sapori, delle peculiarità della migliore tradizione fieristica. Ben 362 anni sono gli anni che la Fiera celebra in questi giorni. Era il 1661, infatti, allorquando si svolse la prima edizione.
Nella data odierna, prima delle due in programma, tutto si è svolto nel migliore dei modi. Impeccabile l’organizzazione del Comune di Corigliano-Rossano e delle Pro loco cittadine. Presenti, tra gli stands della Fiera, il sindaco Flavio Stasi e altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale. Attività diffusa e capillare quella garantita dalla presidente della Pro loco di Corigliano, Valeria Capalbo, e della Pro loco di Rossano, Federico Smurra, con gli associati di questo sodalizio, il più importante e autorevole del territorio per l’attività di promozione culturale e turistica dello stesso. Dal servizio civile alle informazioni, sono stati assicurati servizi e assistenza alle migliaia di visitatori.
Una presenza non solo di facciata, ma un tangibile aiuto. Un reale supporto nella cura e nell’assistenza delle migliaia di visitatori della “Fiera dei morti” in caso di necessità.
È tutto questo il Comitato di Corigliano-Rossano della Croce Rossa Italiana, con i suoi sensibili volontari e il lodevole dottor Antonio De Rosis. Splendide persone che nulla fanno mancare ai cittadini che si riversano in questi giorni sul Lungomare di Schiavonea per partecipare ad un evento storico e sempre atteso. A loro un sentito grazie.
La Fiera di novembre, dunque, continua a preservare ogni qualvolta, intatte, le caratteristiche dell’emozionante attesa per il suo ritorno e di un filo di tristezza per la sua conclusione. Pertanto, avrà pure i capelli bianchi, a causa della veneranda età, ma la “Fiera dei morti”, a dispetto di tante altre iniziative della contemporaneità, continua a custodire la sua magnificenza ed a fungere da collante tra le diverse generazioni della vita.
FABIO PISTOIA